Va in scena la deportazione degli omosessuali ai tempi del fascismo: il teatro racconta una triste pagina di storia

OSTUNI – Un  tema mai trattato prima sulla scena: la deportazione di persone omosessuali in Italia ai tempi del fascismo. Si chiama “Le isole sataniche” lo spettacolo teatrale andato in scena il 30 settembre nella sala consiliare di Ostuni. È stata un’anteprima nazionale. Dialoghi forti, pungenti, a volte esilaranti e provocatori. “Una violazione dei diritti della persona di cui poco si è parlato – spiega il direttore della rassegna Maurizio Ciccolella –  ambientato in un paradiso terrestre, le isole Tremiti che ospitarono un inferno terreno, in nome della purezza della razza italica”.

Uomini privati della libertà personale, perché omosessuali ed in quanto tale colpevoli di aver corrotto la morale pubblica, sono i protagonisti di questo confino, vissuto al limite del paradossale da giovani italiani con il marchio di essere “pederasti”.

Una sorta di selezione della razza avvenuta con tanto di crismi medico scientifici, infondati e illogici agli occhi delle attuali conoscenze.

Nel clima invernale e gelido della guerra e del fascismo, gli “arrùsi” (così venivano chiamati i gay siciliani dell’epoca) organizzano con poco o quasi nulla una vita al margine della follia, alleviando la sofferenza ed edificando l’unico luogo dove possono essere se stessi: l’immaginazione e il ricordo del loro passato.

Le isole sataniche chiudono un ciclo di spettacoli, otto in tutto, che hanno contribuito a valorizzare le periferie urbane e promuovere il dialogo interculturale e sociale. Il Festival BorgArti, realizzato dall’associazione culturale ed artistica S.M.T.M. con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” e con il partenariato dei Comuni di Carovigno e Ostuni, in questo mese ha dato l’opportunità a giovani attori under 35, di partecipare alla produzioni di ben quattro spettacoli.

Lucia Portolano

 

 

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