OSTUNI- Ha preso il via ieri con lo spettacolo “Nuda” il Festival BorgArti, un cartellone di spettacoli che intendono valorizzare attraverso il teatro le periferie e i borghi di Ostuni e Carovigno. Nel suggestivo Parco Archeologico di Santa Maria di Agnano, nella campagne di Ostuni, ieri sera è andato in scena Nuda. Uno spettacolo dedicato alla donna, provocatorio, ironico a tratti divertente ed esilarante. Cinque atti, cinque storie diverse che vedono protagoniste le donne alle prese con la società di oggi, con qualche strascico del passato. Dal lavoro alla religione, dalla famiglia al tema della violenza, dai valori tradizionali al consumismo. Il tutto raccontato con ritmo e con un linguaggio schietto, a volte crudo, che ha catturato gli spettatori. Applausi e risate per queste storie di follie al femminile, ma assolutamente vere che fanno riflettere e aprono interrogativi sull’esistenza della donna nei diversi contesti. Un grande successo ieri sera per Nuda con la regia di Maurizio Ciccolella, interpreti Sara Ercolani, Flavia Muri e Matteo Maci, per la produzione Associazione S.M.T.M., con i testi del celebre Stefano Benni.
“Nuda” è stato il primo di otto spettacoli del ricco cartellone che per tutto il mese di settembre animerà i borghi antichi tra Ostuni e Carovigno con l’obiettivo di valorizzare gli artisti under 35.
Si continua questa sera e domani , 10 settembre, a partire dalle 20 presso il Parco delle Colonne a Carovigno con due opere prime: “St’Amèrica” di Giuseppe Convertini e “La Famiglia d’Amato” di Maurizio Ciccolella, messi in scena nell’anfiteatro del Parco delle Colonne.
In entrambi gli spettacoli gli interpreti sono: Mino Leone, Miriam Cascione, Lorenzo De Simone, Enza Marzio, Lello Galasso, Franco Niccoli.
Lo spettacolo “St’Amèrica” è il frutto di una ricerca sugli emigranti italiani in America. Si racconta la torbida storia di una famiglia pugliese, emigrata negli Stati Uniti negli anni ’50, declinata oltre che dagli interpreti anche da immagini multimediali del “sogno americano”.
“La Famiglia d’Amato” è un dramma/inchiesta sulla famiglia D’Amato. Una famiglia di immigrati pugliesi che arrivò a New York, negli anni ’50, in cerca di fortuna. Nell’opera “Uno sguardo dal ponte” di A. Miller, il ponte che collegava la ricca e lussuosa Manhattan, alla misera e grigia Brooklyn – dimora esclusiva di immigrati – rappresentava il passaggio ipotetico dall’ emarginazione all’integrazione sociale. La famiglia D’Amato, infatti, rimase a Brooklyn, nella periferia della città, senza mai realizzare il “sogno americano”. Lo spettacolo, attraverso un’ indagine sulle periferie del nostro territorio, pone l’attenzione sul perché questi fenomeni di immigrazione, in fin dei conti, si assomigliano tutti.
Ad introdurre gli spettacoli delle video interviste a persone che hanno vissuto nel bene e nel male un’esperienza di emigrazione.
Il progetto è stato realizzato dall’Associazione Culturale ed Artistica S.M.T.M. con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” e il partenariato dei Comuni di Carovigno e Ostuni.
Lucia Portolano
Festival BorgArti: il direttore artistico Maurizio Ciccolella descrive il primo spettacolo del Festival " Nuda"
Δημοσιεύτηκε από Brindisi Oggi στις Κυριακή, 9 Σεπτεμβρίου 2018
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