BRINDISI – Si è svolto stasera il convegno, organizzato dal Propeller Club di Brindisi, sulla “Sicurezza in mare” e sulla formazione secondo i nuovi standard di addestramento degli equipaggi dopo la Conferenza di Manila del 2010. Dopo la tragedia che si è verificata nel porto di Genova, alle cui vittime è stato anche dedicato un minuto di silenzio, l’argomento è stato affrontato dal comandate della Capitaneria di porto Giuseppe Minotauro, dal direttore scientifico della rivista Il Nautilus Abele Carruezzo e dal presidente del Propeller Nicola Zizzi.
“L’ingegneria della sicurezza è nata negli ambienti nautici – ha spiegato Carruezzo, introducendo il tema – a causa delle rivoluzioni tecnologiche che ha subito il settore dello shipping. Essere sempre efficaci dipende dai fattori tecnico, umano e ambientale. Ma esistono anche problemi comportamentali che incidono nella comunicazione tra i membri dell’equipaggio”.
Safety, security ed emergency costituiscono una catena di elementi utili a mettere in pratica sulle navi e di questo si è parlato nel convegno a cui ha partecipato anche il prefetto Nicola Prete.
Partendo dalla proiezione di un video che ricostruiva la tragedia della Heleanna, la nave naufragata al largo di Torre Canne nel 1971, il comandante Minotauro ha spiegato come si è giunti alla necessità di arrivare alla Stcw, ossia un protocollo di sicurezza. “Dalla petroliera Torrey Canyon al traghetto London Valour – ha detto il comandante – si sono succeduti diversi protocolli per gasiere, petroliere e navi che avevano la necessità di imbarcare personale specializzato. Anche gestire la folla, come avvenuto di recente sulla Costa Concordia, diventa un fattore determinante in caso di problemi a bordo”. “Dobbiamo saper affrontare tutte le situazioni – ha precisato Zizzi – per questo il tema è di grande interesse. Formazione garantisce sicurezza in questo ambiente”.
BrindisiOggi
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