BRINDISI – Sfruttamento del lavoro dei braccianti nelle campagne della provincia di Brindisi: 97 mezzi risultati non in regola e multe per 50mila euro. Dopo i 16 morti a Foggia, i carabinieri, hanno predisposto controlli anche nelle campagne del Brindisino. Contestualmente, tre cittadini extracomunitari originari rispettivamente dell’Afghanistan, del Burkina Faso e del Mali sono stati deferiti in stato di libertà per violazione degli obblighi inerenti il soggiorno. Nel corso del controllo non hanno esibito i documenti attestanti la regolare presenza nel territorio dello Stato di cui erano momentaneamente sprovvisti: i successivi accertamenti hanno comunque comprovato il possesso del permesso di soggiorno in corso di validità.
Un servizio straordinario per la prevenzione e il contrasto all’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro dei braccianti nelle campagne della provincia. E’ stata verificata la posizione di 642 braccianti risultati regolarmente assunti, controllati 267 mezzi di trasporto di cui 2 sequestrati per assenza di copertura assicurativa, elevate 97 contravvenzionati per irregolarità nei sistemi di sicurezza dei veicoli (pneumatici usurati luci non funzionanti, sistema frenante); irrogate 24 sanzioni amministrative nei riguardi di imprenditori agricoli per un importo di 50.000€ per accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Questo è il bilancio del servizio straordinario per la prevenzione e il contrasto all’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro dei braccianti nelle campagne della provincia.
Nel prosieguo delle verifiche sulle aziende del comparto agricolo, nonché sulla posizione dei braccianti, attività iniziata nello scorso mese di luglio dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi, i recentissimi luttuosi fatti di cronaca avvenuti nella provincia di Foggia con il decesso di 16 braccianti a seguito di sinistri stradali, hanno prepotentemente riportato alla ribalta il fenomeno mai sopito dell’intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro nelle aree rurali pugliesi.
In tale ottica è scaturita l’esigenza di intensificare l’azione di vigilanza e di controllo nelle campagne, congiuntamente ai Reparti Speciali, i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, quale azione di verifica sul territorio battendo sia le principali arterie stradali sia i tratturi periferici al fine di avere l’esatta percezione riguardo alla movimentazione della forza lavoro, e, per verificare lo stato e l’efficienza dei mezzi di trasporto sui quali viaggiano i braccianti.
L’operazione è stata disposta dal comando provinciale dei carabinieri di Brindisi e dispiegata nell’ambito delle compagnie di Brindisi, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana e Fasano, nelle giornate del 9 e 10 agosto con particolare riferimento alle primissime ore del mattino con l’esecuzione di un servizio straordinario di controllo del territorio ad “alto impatto” negli orari in cui si incentra il traffico sia in entrata sia in uscita dalle aziende agricole, con mirate azioni di contrasto al fenomeno.
Uno degli obiettivi perseguiti è stata la sicurezza stradale e degli automezzi utilizzati negli spostamenti in quanto costituisce elemento di criticità poiché fattore importante per l’incolumità dei braccianti che vengono trasportati nelle campagne. Infatti, i controlli hanno riguardato il numero delle persone trasportate su ciascun mezzo, l’efficienza e la manutenzione dei veicoli, compresa la verifica della loro periodica revisione ed ancora nello specifico l’usura dei pneumatici, il funzionamento delle luci e del sistema frenante, e la copertura assicurativa.
L’attività nel suo complesso ha permesso di procedere al controllo di: 642 braccianti risultati regolarmente assunti; 267 mezzi di trasporto. Inoltre, sono state elevate 97 contravvenzioni al codice della strada per un totale di 15.160€; sequestrati 2 veicoli rispettivamente un Ford Transit “Connect 200 S” e una Fiat “Multipla” sprovvisti della necessaria copertura assicurativa da circa un anno; irrogate 24 sanzioni amministrative nei riguardi di imprenditori del settore agricolo, per l’importo di 50.000€ per accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Lo sfruttamento del lavoro in genere e nelle aree rurali pugliesi in particolare è un esecrabile fenomeno che si caratterizza per le patologiche manifestazioni delle relazioni di lavoro, agevolato dalla condizione di disagio e di vulnerabilità di uno degli attori del rapporto, solitamente, ma non esclusivamente migrante ovvero proveniente da altri paesi europei.
Il fenomeno ha coinvolto e colpisce anche cittadini italiani appartenenti a particolari fasce sociali che vivono in condizioni di indigenza. L’emersione di queste forme di grave sfruttamento è piuttosto ardua per la vulnerabilità e il timore delle vittime ed anche per la difficoltà di monitorare e di investigare il fenomeno. La nuova norma penale introdotta nel 1996 riguardante il fenomeno è stata calibrata non solo sul caporalato ma colpisce anche il datore di lavoro che utilizza assume o impiega manodopera reclutata anche mediante l’attività di intermediazione, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno.
Si tratta di una legge alquanto articolata ed innovativa poichè ricomprende tutte le condizioni ritenute indice di sfruttamento dei lavoratori ad es. (la retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali di categoria, comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità di lavoro prestato; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo all’aspettativa, alle ferie; le violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro). È prevista altresì la confisca obbligatoria dei beni, denaro o altre utilità degli autori del reato e l’obbligo di arresto in flagranza.
BrindisiOggi
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