BRINDISI – Erogazione del gas metano, i morosi rompono i sigilli con potenziali rischi per l’incolumità pubblica: 10 persone denunciate dall’inizio dell’anno. Tra i soggetti deferiti all’Autorità giudiziaria ci sono due ristoratori che hanno in questo modo abbattuto i costi energetici delle loro attività per un congruo lasso temporale, prima di essere individuati.
Fenomeno meno diffuso rispetto al furto di energia elettrica, ma ugualmente presente nello scenario provinciale. Per il codice penale il furto di gas rientra tra i casi di furto aggravato. Sono i morosi i principali artefici di questo reato, che per poterlo commettere effettuano la rottura dei sigilli apposti dalla società erogatrice che ne ha sospeso la fornitura.
Con la manomissione dei sigilli dell’impianto nonché della valvola erogatrice, determina la mancanza di sicurezza dell’intero impianto, che non risulta più a norma. Tangibile, infatti, è il rischio di perdite che costituiscono la potenziale minaccia di possibili deflagrazioni che oltre a coinvolgere l’appartamento “interessato” ove i sigilli sono stati manomessi attinge anche gli appartamenti vicini determinando seri danni a strutture e persone. 10 sono stati i casi registrati dall’inizio dell’anno da parte dell’Arma nella provincia relativi al furto di gas, la tecnica è pressoché identica rottura dei sigilli e manomissione dell’erogatore.
Foto di repertorio
BrindisiOggi
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