BRINDISI – (Da Il7 Magazine) Un tuffo sino a 5 metri di profondità tra i due costoni che abbracciano Cala Materdomini. Cosa c’è in questo tratto di mare che segna l’inizio dei lidi del litorale a nord di Brindisi, propri qui dove sta per nascere la prima spiaggia comunale attrezzata libera? Gli esperti lo descrivono come uno dei più bei fondali del mare Adriatico nonostante durante le immersioni capita di incontrare segni dell’inciviltà umana. È meno colorato rispetto agli altri mari come lo Ionio e la parte adriatica di Otranto, ma può contare su una grande varietà di pesci anche di grosse dimensioni come tonni e ricciole.
È primo pomeriggio, il mare è calmo, una rarità da queste parti. Maschera, boccaglio e pinne per una passeggiata sottomarina insieme al gruppo “ncilonati”, una parola che trae origine dal dialetto brindisino che può significare sia ubriachi ma anche tartarughe, come per dire “ubriachi a terra e tartarughe in mare”. Un gruppo di appassionati ed esperti delle immersioni subacquee che fanno parte del Marina club di Brindisi. Il presidente del club è l’avvocato brindisino Mauro Masiello da poco nominato assessore della neo giunta di Riccardo Rossi. La prima volta che lo calarono in mare con le bombole aveva solo sei anni. Suo zio lo portò a quella che a Brindisi viene chiamata “la Conchetta”, una piccola spiaggia a forma appunto di conca.
È proprio l’assessore sub che fa da guida per mostrare cosa c’è nel mare, oltre la spiaaggia. Per gli uomini è innaturale respirare in acqua, i primi minuti si ha un pò paura ma nello stesso tempo si è attratti da questa esperienza, bisogna prendere confidenza con il boccaglio e con questa possibilità di riuscire a respirare in profondità. Ma quando si incontrano i primi pesci e i primi abitanti del mare la paura lascia il posto alla meraviglia e alla voglia di conoscere un mondo che sino a quel momento si è solo visto nei documentari e nelle foto. Si scende sino a 5metri e il fondale è sabbioso, dal largo giunge fino alla ex spiaggia degli Ufficiali stretto fra due costoni di scogli calcarei. Dalla sabbia sbucano dei pesci, si intravede anche una tracina (comunemente detta parasaula) che non appena si accorge della presenza dei sub si nasconde nella sabbia e lascia fuori le spine. Si è circondati da una grande varietà di pesci: grandi, piccoli. Qualcuno si nasconde dietro uno scoglio, altri passano in branco. Sono orate, cefali, salpe, castagnole, grossi scorfani, ma anche piccole ricciole e baby barracuda. Capita di essere sfiorati anche da qualche medusa di grandi dimensioni. Per quanto si abbia paura di essere punti, non si può non ammirarle da vicino per qualche istante; le meduse hanno sempre il loro fascino, per i colori ma anche per la forma.
Ma man mano che ci si avvicina alla riva l’attenzione viene attratta da grosse lastre di cemento che si sono poggiate sui fondali. Alcune si sono incastrate tra gli scogli, i pesci nuotano da un masso di cemento all’altro. Alla riva lo spettacolo marino cede il passo alla presenza di questi massi che nulla hanno chiaramente a che fare con il mare. Alcuni saranno caduti durante le mareggiate di questi anni, l’ex stabilimento balneare crollava un po’ alla volta, altri invece è possibile siano venuti giù durante i lavori di demolizione. Si vede che sono freschi perché non è ancora cresciuta l’erba marina. Forse sono caduti da poco.
Si intravede anche il motore di una barca, e qualche bottiglia di birra abbandonata sul fondale. I bagnanti dicono che a volte a causa delle correnti questa zona è piena di plastica sia quella galleggiante che in fondo al mare. Migliaia di buste, di contenitori, bottiglie e grosse reti che invadono l’habitat marino, uno dei più belli di questa zona. “Purtroppo molto spesso troviamo pezzi di rete di peschereccio dove non dovrebbero esserci – spiega Mauro Masiello – o capita che incontriamo grosse reti di pescatori abusivi. Negli anni c’è stata un’invasione e il nostro litorale non ha più tanto pesce come una volta. Purtroppo molto spesso non c’è rispetto per il mare, la gente butta di tutto: transenne, motori di barche e di auto. Una volta abbiamo anche trovato una pistola. C’è anche chi ha l’abitudine di mangiare in barca e di buttare tutto in mare”. Masiello con il suo gruppo molto spesso durante le immersioni cerca di fare un po’ di pulizia e raccoglie i rifiuti posati sui fondali. “Chi non si immerge perde la metà del mare – conclude l’istruttore di sub – ognuno va sott’acqua per motivi diversi, qualcuno cerca il totale silenzio, qualcun altro la leggerezza”.
Lucia Portolano
per Il7 Magazine
Già nel commento annesso all’articolo “Rifiuti e degrado in piazza Santa Teresa ……” del 6 agosto ho suggerito la necessità di aprire una campagna di sensibilizzazione ambientale molto lunga per tutti i brindisini. Per i sub non male la pulizia del mare, bisognerebbe pubblicizzare meglio questi interventi, ripetendoli, magari con videocamere in modo d RElizzare un servizio da mettere anche sul mercato. Inoltre queste iniziative servono a coagulare intorno sempre u numero maggiore di persone. Bravi i sub
quando godremo della spiaggia libera?
Complimenti . Servizio interessante