Ascensore rotto da due mesi a Sant’Elia, invalida prigioniera in casa: “Sono sola e bloccata al quinto piano, aiutatemi”

BRINDISI – (da IL7 Magazine) Prigioniera in casa propria, chiusa tra quattro mura da più di due mesi in una palazzina popolare al civico 15 di via Giovanni Boldini , quartiere Sant’Elia di Brindisi: qui l’ascensore non funziona. Clara Sansevero, 77 anni, invalida, le scale non può proprio farle, soprattutto dopo un infarto e una brutta ischemia celebrale che le ha tolto l’uso della gamba e del braccio sinistro. In questa palazzina popolare di proprietà del comune di Brindisi vivono venti famiglie, ci sono tanti bambini, anche piccoli, gente anziana con difficoltà a deambulare. Quello di Clara è il caso più grave, la donna vive sola in quella casa che le è stata regolarmente assegnata 37 anni fa e per la quale paga un canone di locazione di 25 euro.

“Sono sola, chiusa in questa casa. Nessuno può venirmi a trovare perché i miei fratelli sono grandi”. Quando Clara parla dei fratelli scoppia in lacrime e scuote la testa, è stanca ed esasperata di questa situazione. Due mesi per qualcuno potrebbero anche non sembrare molti ma per lei che vive in queste difficili condizioni fisiche sono davvero tanti. Clara come invalida percepisce l’accompagnamento così ha l’assistenza di una persona. Si consola così, con la compagnia di una donna che per qualche ora l’aiuta a svolgere le attività quotidiane. La televisione e i programmi tv le tengono compagnia e ogni tanto i vicini si affacciano alla sua porta per chiederle se ha bisogno di qualcosa. “Ho bisogno della mia famiglia, non vedo mio fratello da due mesi- dice Clara- ha 90anni e anche lui le scale non le può farle”. Qualche tempo fa Clara è stata ricoverata e al suo rientro per poter raggiungere l’appartamento ha dovuto pagare l’assistenza privata, un’autoambulanza l’ha riportata a casa, la donna ha pagato 100 euro . “Io percepisco una pensione minima e pagare 100 euro per me è stato davvero tanto- racconta- nei prossimi mesi dovrò sottopormi a delle visite, questo significa che dovrò nuovamente chiamare qualcuno che mi accompagni prima di tutto giù. Io ho la sedia a rotelle ma senza ascensore dove vado”.

Ogni tanto Clara riceve la visita della sorella che fa un enorme sforzo per raggiungere l’appartamento.

“Anche io ho la mia età- dice la donna- mi viene da piangere a vederla così e sapere di non poter fare molto per lei. Io più di tanto non riesco. Quattro piani a piedi sono faticosi e poi rischio di sentirmi male. Mi dispiace vederla così”.

I parenti di Clara sono mortificati e devono affidarsi a buon cuore dei vicini di casa che quando possono gettano un occhio alla donna. Ma non sempre è possibile.

“Mia zia prima con la sedia a rotelle riusciva ad andare alla posta per pagarsi la pensione- dice Annarita, la nipote di Clara, che vive a Cremona e da qualche giorno si trova qui- ma ora non può fare più neppure quello. Deve delegare qualcuno che vada a prelevare la pensione al posto suo. Le hanno tolto anche quel pò di autonomia che aveva”.

L’ascensore dovrebbe essere riparata dal proprietario della palazzina, ossia il Comune di Brindisi. La segnalazione è stata fatta sin dal primo giorno ma ad oggi nessuno si è ancora fatto vedere.

“Abbiamo chiamato l’ufficio casa, lo abbiamo detto che in questo condominio ci sono disabili che non possono fare le scale- dice Clara- ma non è venuto nessuno. Mi chiamo Sansevero Clara, sono regolare assegnataria e pago l’affitto al Comune da 37 anni. Ma il Comune non si fa vedere”.

Solo negli ultimi giorni, dopo l’ennesimo sollecito, il Comune di Brindisi ha detto che la manutenzione dello stabile tocca ad Arca Nord Salento, l’ex IACP, che per conto della amministrazione dovrebbe riparare l’ascensore.

“Ci rimbalzano da una parte ad un’altra- dice una degli inquilini- proprio questa mattina ho chiamato prima al Comune e poi all’Arca Nord. Ci hanno detto che la pratica è al protocollo e fino a quando resta lì non si può fare nulla. La dirigente che si occupa delle manutenzioni ci ha risposto che non appena la pratica arriverà sulla sua scrivania ci manderanno un tecnico”.

Nel frattempo sono già trascorsi due mesi e Clara non riesce a darsi pace , come lei anche Stella Bagnardi, 83 anni, operata da poco alle gambe soffre perché non può lasciare la sua abitazione neppure per fare una semplice passeggiata. Esattamente con Clara Stella abita al quarto piano anche per lei la scale sono diventate un incubo.

“Sono stata operata un mese fa a tutte e due le gambe- racconta Stella- all’inizio riuscivo a fare le scale un po’ per volta , ma ora dopo l’operazione non esco più”.

Stella è più fortunata di Clara, con lei vive la figlia che la assiste, ha la compagnia dei nipoti e nonostante l’unico panorama per lei sia quello che vede dalla finestra alla fine si consola. Ma ora che il tempo passa e le esigenze aumentano, anche lei nelle prossime settimane dovrà sottoporsi a delle visite mediche, il bisogno di avere l’ascensore che funzioni diventa impellente.

“Mia figlia fa la spesa- dice Stella- fa le scale più volte al giorno, con le buste, con i pacchi d’acqua. Ma come dobbiamo fare . Lei lavora in campagna, la mattina esce presto e poi stanca per il lavoro quando rientra deve anche trasportare pesi per raggiungere casa. Qualche settimana fa sono stata costretta ad andare dal dottore. Ho fatto le scale un po’ per volta, con tutti i dolori alle gambe che ho. Solo che la discesa è un conto ma la salita è un incubo. Ogni piano mi dovevo fermare”.

Più trascorrono i mesi e più la situazione si fa complicata, i primi giorni in cui fu fatta la segnalazione un tecnico del Comune, dicono, venne a fare un sopralluogo per avere un’idea del guasto. Il tecnico in quell’occasione riferì che bisognava sostituire il quadro elettrico, le porte e qualche altra riparazione. A conti fatti riportare in funzione l’ascensore non sarà cosa da poco, sarà necessario del tempo, tempo che per queste persone oramai è diventato prezioso.

Lucia Pezzuto

per Il7 Magazine

1 Commento

  1. Quando si tornerà a lottare e a richiedere il rispetto dei nostri diritti nelle giuste sedi? Niente pregiere e niente suppliche. Ci sono gli estremi per denunciare la “proprietà”, nella persona del sindaco di Brindisi, di lesione dei diritti costituzionali e della libertà privata della signora. Che sia l’Arca Nord Salento responsabile della manutenzione, dà solo al Comune di Brindisi di esercitare il diritto di rivalsa.

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