Assalto al bancomat con sparatoria e morto, nella banda forse un basista brindisino

BRINDISI – Si cerca la banda che ieri mattina ha tentato di far esplodere il bancomat della Banca popolare di Bari in via Orazio Flacco a Brindisi, dove in un conflitto armato con la polizia è morto uno dei presunti banditi.

Si tratta di Giovanni Ciccarone, 50 anni di Ostuni, già noto alle forze dell’ordine. Gli agenti della Squadra mobile di Brindisi  cercano altre 4 persone, molto probabilmente di fuori città, ma non si esclude ci possa essere un basista brindisino. Potrebbe trattarsi di un gruppo criminale misto. Per l’episodio è arrivata da Roma a supporto per i sopralluoghi anche una squadra dello Sco.

Intorno alle 3 della notte, tra venerdì 20 e sabato 21 luglio, è arrivata una segnalazione anonima al 113, ma la pattuglia delle Volanti era già nella zona, nei controlli notturni è previsto il monitoraggio degli istituti di credito. Quando i due poliziotti sono giunti sul posto hanno capito immediatamente la situazione. È partito un conflitto a fuoco, gli agenti avrebbe risposto. L’auto di servizio riporta 4 fori (ma dai bossoli trovati sarebbero stati sparati almeno 15 colpi). Durante la sparatoria il poliziotto, un capo pattuglia di esperienza, ha colpito Ciccarone che aveva il volto travisato e indossava anche dei guanti. La vittima è caduta a terra priva di vita. Nella sua tasca e nel marsupio sono stati trovati proiettili di una pistola calibro 12.  I malviventi sono fuggiti a bordo di un’Audi, i poliziotti hanno tentato di inseguirli ma all’altezza dello svincolo della Statale 379 hanno dovuto arrestare la corsa perché erano state gettate delle punte chiodate sull’asfalto. La ruota dell’auto della polizia è scoppiata.  Disposta l’autopsia sul corpo di Ciccarone, lunedì mattina il pm Pierpaolo Montinaro affiderà l’incarico al medico legale.  Intanto si attende l’esito dell’esame del guanto di paraffina fatto sulla vittima per verificare se ha sparato. E’ stata possibile farlo nonostante il 50enne indossasse i guanti.

Ciccarone era già noto alle forze dell’ordine: nel 2016 fu arrestato perché insieme ad un’altra persona  fu trovato con due kalashnikov in auto. Ci fu inseguimento sulla Statale con dei finanzieri. Ma poco dopo fu scarcerato e il procedimento fu archiviato perchè l’uomo sostenne di non essere a conoscenza della presenza delle armi nel bagagliaio.

Tre anni prima venne arrestato nell’inchiesta “Omnibus”, per una presunta estorsione. In sede di processo fu assolto.

 Ma Ciccarone è finito in passato agli onori della cronaca anche per la sua attività di contrabbandiere, un tempo ritenuto vicino al clan del boss ostunese Francesco Prudentino.

Lu.Po.

 

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