BRINDISI- Cosa è realmente accaduto nelle acque del porto medio il 24 aprile scorso quando il mare si è colorato di rosso, ancora nessuno lo sa. I dati dell’Arpa dicono che scarichi gettati in mare sono nella norma, evidenziano solo la presenza del solvente denominato Tetraoidrofurano, ma secondo i tecnici non è stato questo a provocare il fenomeno. A negare questa possibilità è stata la stessa Sanofi Aventis che scarica nelle acque del canale che sfocia in mare, il solvente proviene proprio dall’azienda farmaceutica. Ed allora gli interrogativi restano.
A tal proposito Brindisi Bene Comune pone delle domande a Sanofi, che aveva assicurato la massima collaborazione per fare chiarezza sull’accaduto, anzi l’associazione si è fatta una sua idea.
“Sappiamo che all’interno dello stabilimento Sanofi di Brindisi si produce la Rifampicina– afferma l’associazione- principio attivo di colore rosso rubino-marrone . Sappiamo anche che durante il processo di lavorazione si utilizza una soluzione composta dal 45 % di Acqua e dal 55 % di Tetraidrofurano ( THF ) detta “ acque madri di lavaggio “ per rimuovere il cloroformio in eccesso presente con la rifampicina. Allora chiediamo se in acqua sono state scaricate le acque madri di lavaggio?
Perché in questo caso ci possiamo spiegare la presenza di THF ( presente nella soluzione ) e il colore rosso delle acque dovute alla Rifampicina. Manca dalle analisi delle acque dell’Arpa la presenza di cloroformio che però in presenza di acqua di mare potrebbe essere non più solubile ( eccesso di acqua rispetto al THF ) e quindi andato sul fondo del mare e non ripreso dalle acque campionate. Chiediamo quindi alla Sanofi una risposta.
Poi Brindisi Bene Comune si rivolge agli enti preposti: “Se questo evento dovesse essere confermato ci chiediamo perché le acque madri di lavaggio sono state sversate in mare e chiediamo agli enti preposti di accertarne le responsabilità”
Brindisioggi
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