Furti d’auto con “cavallo di ritorno”, dieci in manette/video

ORIA- Autovetture, motociclette e mezzi agricoli, almeno cinquanta , tutti rubati tra le provincie di Brindisi, Lecce e Taranto da febbraio 2017 a marzo 2018. Nel mirino dei carabinieri di Brindisi finisce un’articolata organizzazione composta da undici persone, ma il numero potrebbe anche salire, che divise in due squadre rubavano i mezzi per poi chiedere il cavallo di ritorno o riciclarne i pezzi. Dieci persone sono state arrestate e una risulta ancora irreperibile, le ordinanze di custodia cautelare , rispettivamente in carcere e ai domiciliari, eseguite questa mattina, sono state emesse dal Giudice per Indagini Preliminari del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica. Sette persone sono state  ristrette in carcere, due agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora, di cui 4 recidive perché già condannate a giugno 2017 complessivamente a oltre 25 anni di reclusione per gli stessi reati, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di svariati furti in abitazione e numerosi furti di auto-motoveicoli, nonché ricettazione dei relativi pezzi di ricambio ed estorsioni. Le indagini sono state avviate nel marzo del 2017 a seguito della denuncia di un tentato furto di autovettura da parte di un cittadino di Oria  che aveva trovato la propria Alfa Romeo Giulietta con il nottolino della portiera lato passeggero forzato. Queste indagin,i, condotte dai carabinieri della locale stazione  si intrecciano con quelle di un altro procedimento penale che, dopo l’esecuzione di una ordinanza cautelare il 27 giugno 2017, nei confronti di 13 persone, tra cui 9 degli  indagati odierni, ha visto la condanna in primo grado, a seguito di rito abbreviato,  di quattro di loro, i quali, nonostante la pena inflittagli (complessivamente, oltre 25 anni), risulta abbiano continuato a delinquere fino al marzo 2018. In pratica sulla carta risultavano ai domiciliari ma poi durante la notte si allontanavano per mettere a segno i furti. Oltre agli arrestati vi sono anche 25 indagati , identificati grazie ad attività tecniche, nonché all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza cittadini, sia pubblici, sia privati. L’associazione per delinquere  è caratterizzata da un gruppo di “vertice”, composto da 2 soggetti con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio;  una parte operativa composta da 6 persone, cui competeva l’individuazione materiale del bene da asportare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima per la richiesta “estorsiva” (nel senso, si è accertato che per le autovetture e per i motoveicoli gli indagati hanno richiesto cifre variabili dai 500 ai 2000 euro), due uomini ritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate. Arrestati:  De Michele Maurizio di Oria, Cera Michele, nato a Taranto, Castrovillari  Dario, nato a Mesagne,  De Michele Attilio, nato a Francavilla Fontana , Lodeserto Antonio, nato a Oria. Per i medesimi reati, tra i destinatari del provvedimento, vi sono anche: Darimadea Emanuele, nato a Manduria  Castrovillari Giuseppe, nato a Francavilla Fontana , Saccomanno Cosimo, nato ad Oria  e Sasso Salvatore, anche lui di Oria, De Taranto Cosimo, di Oria. Nell’operazione è anche coinvolto un’ulteriore persona nei cui confronti si è proceduto con la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, ritenuto responsabile di ricettazione, per aver acquistato un tagliaerba provento di furto. Infine, anche una coppia di coniugi è indagata per favoreggiamento reale, avendo aiutato gli indagati nell’occultamento di alcuni beni di provenienza illecita (nascosti all’interno dell’area circostante la villetta recintata dove risiedono), subito dopo la commissione del reato di furto.

Gli indagati sono apparsi spavaldi e professionali. Tali elementi sono evidenziati dal fatto che il gruppo:  non ha desistito dal portare a compimento ulteriori delitti, nonostante il recupero da parte dei carabinieri di 29 autovetture, che erano state nascoste in varie località impervie dell’oritano, indicate come gubbie”, “boscoe foresta”;  spesso ha agito alla presenza della vittima che, impegnata in lavori o comunque presente all’interno della propria abitazione, era controllata a vista da alcuni indagati per permettere ai complici di operare indisturbati;  ha spesso tentato di asportare più autovetture nel corso del medesimo giorno.

Nella misura cautelare, il  gip Stefania De Angelis, sulla base della richiesta formulata dal Sostituto Procuratore  Luca Miceli, ha evidenziato “il pericolo concreto di reiterazione dei reati e la molteplicità degli episodi delittuosi, la reiterazione e sistematicità delle condotte perpetrate, il valore della merce trafugata, la sussistenza di elementi di collegamento certi fra gli attuali indagati e la professionalità dimostrata dagli stessi (nella predisposizione dei mezzi, nel reperimento dei beni da depredare e dei soggetti a cui consegnare la merce rubata), la disponibilità dei luoghi nei quali occultare le autovetture di illecita provenienza e anche la gravità del danno procurato alle numerosissime persone offese”.

BrindisiOggi

Furti d'auto con "cavallo di ritorno", dieci persone in manette/ video

Nai-post ni Brindisi Oggi noong Lunes, Hunyo 18, 2018

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