Castelli: “La Provincia non potrà garantire i servizi”, Ferrarese: “Ho fatto bene ad andare via”

BRINDISI- La Provincia di Brindisi chiude con un bilancio in positivo caratterizzato anche da un avanzo, ma questo non può essere utilizzato a causa della legge sulla finanza pubblica, è lo stesso commissario prefettizio Castelli ad annunciare che   le prospettive per il futuro non sembrano delle più rosee e che non potranno essere garantiti molti servizi a causa degli tagli alla Provincia di Brindisi. Sui conti della Provincia e sulla situazione di questo ente riceviamo  e pubblichiamo l’intervento dell’ex presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese.

“Il consuntivo estremamente positivo del Bilancio 2012, diffuso dall’Amministrazione provinciale, insieme alla drammatica previsione per il 2013, il prolungamento del commissariamento invece delle elezioni, che sottintende – in virtù delle parole espresse dal presidente del Consiglio Enrico Letta – l’imminente abolizione di tutte le Province, confermano in toto le ragioni che mi hanno spinto a dimettermi da un ente che non avrebbe più potuto programmare, organizzare e realizzare nulla per i cittadini”.
“I dati diffusi ieri dalla Provincia  confermano che, pur avendo noi subìto tagli per svariati milioni di euro dal governo centrale, siamo stati in grado di garantire tutti i servizi ai cittadini e contestualmente di mantenere anche il bilancio 2012 in attivo. Il tutto, a dispetto di chi, parlando di fantomatici ‘buchi’, strumentalmente attribuiva la mia scelta all’impossibilità di pareggiare quel bilancio.
Non si è trattato di un miracolo, ma del risultato dello sforzo operato per la razionalizzazione della spesa nell’ente Provincia e in tutte le nostre società partecipate con un conseguente ridimensionamento del livello complessivo delle uscite.
Purtroppo così come avevo attentamente pianificato ogni strategia utile al raggiungimento di quell’obiettivo, avevo anche previsto che gli ulteriori tagli per il 2013 avrebbero vanificato ogni ulteriore tentativo di mantenere in vita l’Ente, rendendo il prolungamento di quella amministrazione un ulteriore costo (almeno due milioni di euro per 30 consiglieri, 10 assessori, presidenza più staff) a fronte del quale non ci sarebbe stata alcuna utilità per i cittadini.
Molti al mio posto sicuramente avrebbero scelto di far finta di nulla, continuando a godere di privilegi, sussidi economici e potere, sino all’ultimo giorno utile. Ma non siamo tutti uguali. E siccome sono stato eletto per ricoprire il ruolo di presidente della Provincia, non avrei accettato di ritrovarmi a svolgere quello di guardiano del faro.
Anche se fondamentale non fu solo questo il motivo che mi spinse a compiere quella dolorosa scelta. Ero infatti ormai certo che, nonostante tutti gli sforzi profusi, al di là dei tagli che avrebbero costretto alla morte per asfissia la Provincia, si delineava già la mannaia dell’irreversibile processo di abolizione dell’Ente, ratificato dalla legge di agosto 2012 che la cancellava e suffragato dalla volontà di tutti i Comuni di deliberare per l’annessione ad altre province confinanti.
La chiara consapevolezza che la morte era già stabilita è confermata dalla mancata indizione di elezioni per questo mese di maggio, non solo per la Provincia di Brindisi ma per altre decine di province italiane. E dalle parole del presidente del Consiglio, Enrico Letta, che ha annunciato che entro pochi mesi questo ente sarà definitivamente abolito.
Al commissario Castelli che proprio ieri ha preannunciato un ulteriore taglio di servizi importanti, compresi quelli minimi, dico che ha compiuto un lavoro eccellente sostituendo da solo l’intera struttura politica dell’Amministrazione provinciale e dimostrando la bontà della mia scelta di consentire con le mie dimissioni, e il conseguente risparmio politico, gli ultimi sussulti di vita dignitosa a una Provincia gloriosa che il governo ha deciso di far morire”.

Brindisioggi

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