I proprietari delle villette di Acque Chiare: “La soluzione per salvare il villaggio il Comune ce l’ha da 8 anni”

BRINDISI – (da IL7 Magazine ) E’ tutto come dieci anni fa. Hanno lasciato lì anche gli accappatoi e lo spazzolini da denti. Non hanno toccato niente e portato via nulla. Ma in quella casa non sono più tornati. E’ come se il tempo in questi dieci anni si fosse fermato in quella villetta nel villaggio di Acque Chiare. L’ultima volta che Franca Sergio, pediatra brindisina, è entrata nella casa di proprietà del marito Pietro Caliandro (anche lui pediatra) è stata il 12 luglio del 2008, due mesi dopo il sequestro. “Ero andata lì di mattina presto – racconta il medico – perché mio marito non rispondeva al telefono. Mi sono preoccupata e sono entrata nonostante ci fosse il divieto disposto dalla procura. Ma sono un medico e la mia deontologia va oltre i principi del codice penale”. La dottoressa si beccò una denuncia per violazione dei sigilli e fu indagata per 24 mesi. Poi la sua posizione fu archiviata. Da allora ad Acqua chiare non ci ha messo più piede. Ogni tanto ci va il marito, custode giudiziario dell’immobile. Hanno da pagare ancora cinque anni di mutuo, finiranno quando lui andrà in pensione. Avevano comprato quella villetta al mare di 80metriquadrati con giardino dal costo di 165mila euro. Un posto per trascorrere i mesi estivi a due passi dalla città. Ma Acque chiare  per loro si è trasformato in un incubo, ancora oggi oltre al mutuo pagano 1500 euro all’anno di condominio, le bollette dei consumi comuni condominiali ed è arrivata anche la richiesta di pagamento dell’Arneo per bonifiche che non sarebbero mai state fatte. Pietro Caliandro ha la proprietà della casa ma senza facoltà d’uso così hanno deciso i giudici che hanno definitivo i proprietari delle 220 villette (solo 172 acquisiti rogitati gli altri sono tutti promissari acquirenti) ignoranti colpevoli.

La pediatra racconta esattamente quel 29 marzo di 10 anni fa che non dimenticherà mai. “Era un giovedì, mi telefonò un mio carissimo amico dicendomi che era in corso il sequestro del villaggio Acque Chiare, fu uno spettacolo apocalittico: tre pullman della Guardia di finanza in assetto di guerra muniti di mitra, manganelli, giubbotti antiproiettile, ambulanze (non riuscii a vedere quante erano arrivate sul posto), perché fui attirata da un rumore assordante, era l’elicottero della Guardia di Finanza, fatto decollare da Bari, con a bordo giornalisti e cineoperatori, che riprendevano con inquadrature ravvicinate, lo sbigottimento sui nostri volti. Il giorno dopo, ognuno di noi che era presente, si è visto sbattuto sulla prima pagina dei giornali. Il mio primo pensiero fu quello che stessero cercando un pericoloso latitante. Per mesi abbiamo avuto all’ingresso del villaggio due macchine dei finanzieri che controllavano gli ingressi. C’erano anche cani antidroga, e poi è troppo doloroso ricordare tutte le udienze, tenutesi in questi 10 lunghi anni . Il giorno del verdetto circondati da oltre 30 carabinieri. Noi definiti dai brindisini  “vip”, ma gente onesta, fummo condannati perchè ignoranti colpevoli. Ho perso il conto di quante volte siamo arrivati in Cassazione. La bilancia della giustizia che troneggia in tutti i tribunali, perfettamente bilanciata, per noi ahimè ritengo non lo è stata”.

La pediatra ricorda anche quando il marito chiese ai magistrati di autorizzare il figlio a poter vivere in quella casa almeno per 15 giorni prima della partenza all’Università, ma l’istanza fu bocciata perché la sua presenza “avrebbe potuto deteriorare l’immobile”.

Da anni ad Acque chiare vivono numerose famiglie, soprattutto in estate, vengono anche organizzate feste private, e in molti ci trascorrono le vacanze, nonostante solo 6 famiglie sono state autorizzare a restare perché quella è la loro unica casa.

“Un giorno – aggiunge la pediatra – ci ha chiamato il nostro dirimpettaio per lamentarsi che il verde del nostro giardino era cresciuto troppo e che infastidiva la sua permanenza in veranda. Mio marito ha dovuto mandare il giardiniere”.

Oggi si torna a discutere del futuro del villaggio, di quel famoso “villaggio dei vip”, che poi in realtà di “very important people” non ce ne sono mai stati: professionisti, impiegati e qualche imprenditore che aveva deciso di acquistare una casa a due passi dal mare sul litorale della città. Peccato però che quel villaggio era sorto su un terreno che avrebbe dovuto ospitare delle villette per uso turistico e alberghiero e non residenziale.

In piena campagna elettorale i proprietari tirano fuori quella che ritengono essere la soluzione per salvare il villaggio. Una soluzione che aveva già suggerito al Comune di Brindisi l’ex assessore all’Urbanistica della Regione Puglia Angela Barbanente ben 8 anni fa quando al governo cittadino c’era il sindaco Domenico Mennitti e l’assessore al ramo era Massimo Ciullo, oggi candidato sindaco. Nella lettera si leggeva: “Va valutata sul piano giuridico, da parte dell’Amministrazione comunale di Brindisi, la possibilità di attivare il procedimento di variante”. Insomma sarebbe potuta bastare una variante al piano regolatore che mutasse la destinazione d’uso di quei terreni. “Quello che ancora non riusciamo a spiegarci – aggiunge Piero Caliandro – è perché non è stato dato seguito al quel suggerimento della Regione. Nessuno ha voluto realmente salvare le nostre case. Solo tante parole. La soluzione esiste da 8 anni. Ora i candidati hanno l’opportunità di assumere un impegno ben preciso. Basta davvero poco d’altronde ci sono altri esempi di strutture salvate con questo metodo come accaduto per il villaggio di Marinagri in Basilicata”.

La coppia si rivolge quindi ai candidati sindaco che una settimana fa si era espressi sul futuro del villaggio. “Cavalera conosce bene la vicenda giudiziaria perché è uno dei legali delle persone coinvolte – spiega Franca Sergio – lo stesso può dirsi per l’avvocato Di Noi che difende alcuni proprietari. Ciullo invece aveva già la soluzione in tasca quando era assessore di Mennitti ma non ha voluto dare seguito, spero solo che adesso prenda seriamente in considerazione quell’invito”.

Mentre alla pediatra proprio non è andata giù la dichiarazione del candidato dei 5Stelle Gianluca Serra che aveva ipotizzato la nascita di un villaggio dello sport al posto degli immobili sequestrati. Senza mezzi termini Sergio afferma: “Serra il villaggio lo facesse a casa sua o in altre realtà della città abbandonate al degrado.

Lucia Portolano

per Il7 Magazine

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