BRINDISI– Un racconto lucido e preciso, dalla preparazione della bomba, a base di nitrato di potassio e carbone, alla sua collocazione davanti alla scuola, sino al momento della detonazione. Giovanni Vantaggiato parla in aula e risponde alle domande del pm nel processo che lo vede imputato per l’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi dello scorso 19 maggio, costato la vita alla piccola Melissa Bassi ed il ferimento di altre cinque compagne. Il commerciante di Copertino non mostra tentennamenti dinnanzi allo sguardo fisso dei genitori dei Melissa ed a quello delle ragazze sopravvissute che ascoltano in silenzio tenendosi per mano.
L’interrogatorio di Vantaggiato ha avuto inizio intorno alle 12.30 dopo che il giudice ha deciso di escludere dall’esame l’ascolto dell’ultimo testimone, Cosimo Parato, anche oggi assente. Parato, vittima di un attentato il 24 febbraio del 2008 ad opera dello stesso Vantaggiato, si è sottratto all’ascolto ben otto volte da quando è partito il processo. Le condizioni di salute non glielo avrebbero permesso, per questo aveva presentato certificato medico. Oggi però era assente ingiustificato, il pm aveva persino chiesto l’accompagnamento coatto. Il giudice Domenico Cucchiara, ha giudicato superflue le prove fornite da Parato, sbloccando di fatto il corso dell’udienza.
Così si è passati all’interrogatorio di Giovanni Vantaggiato. L’uomo per tutto il tempo non ha fatto altro che ripetere di non aver avuto intenzione di far del male. “La mia era una dimostrazione, non volevo fare del male. Io quelle ragazze non le ho viste”. Nel racconto Vantaggiato descrive con estrema lucidità tutta la preparazione delle tre bombe. “Le ho fatte da solo. Era una miscela di nitrato di potassio e carbone. Le ho fatte guardando l’enciclopedia, a pagina 72 c’è scritto come si prepara il potassio a scaglie, alla voce nitrati”. Vantaggiato per l’attentato al Morvillo preparò tre bombole , due da 15kg e una da 10kg. Ad un certo punto il sostituto procuratore, Cataldo Motta, gli chiede perché tre e non una, per un’azione dimostrativa, Vantaggiato risponde: “Una fa uno scoppio relativo”.
E’ evidente dal racconto di Vantaggiato la premeditazione lucida e fredda. L’uomo racconta persino di essere uscito dalla finestra la notte antecedente l’attentato. Mentre la moglie dormiva in cucina , lui è sgattaiolato dalla finestra della camera da letto per non farsi sentire. Una volta a Brindisi, all’una e trenta, ha posizionato le bombe davanti alla scuola e poi è tornato a casa a riposarsi. Al mattino dopo dice di aver preso il caffè e di aver mangiato le paste prima del macabro appuntamento. “Non potevo fare scoppiare la bomba di domenica, perché la domenica esco con il mio nipotino”.
Il movente della rabbia e del gesto dimostrativo per la truffa subita a causa di Parato e dei suoi soci non regge. La pubblica accusa lo fa notare più volte, ma Vantaggiato se ne è fatta una ragione. Il commerciante di Copertino mostra però, per la prima volta, il suo “lato umano”. Vantaggiato tra le lacrime chiede perdono ai genitori di Melissa : “Chiedo perdono perché anche io ho figli”. Le parole dell’uomo suonano come una “bestemmia”, papà Massimo scuote la testa e mamma Rita batte i pugni sul tavolo e poi mette le mani in volto.
Lucia Pezzuto
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