BRINDISI–
BRINDISI- Niente più immagini della vergogna, niente più macerie che dall’alto sembrava una zona di guerra. Dopo sette anni da quando arrivarono le ruspe che buttarono a terra la baraccopoli di Sbitri le macerie non ci sono più. La prima estate dopo sette anni che all’ombra di bagnanti e turisti (anche se pochi) non ci sono più le montagne di macerie accumulate con sparso un po’ di amianto sul litorale nord. I lavori di bonifica sono stati quasi completati manca solo una piccola parte. La bonifica avvenuta dopo anni di litigi tra Comune e Regione Puglia è finalmente avvenuta e quasi conclusa. Ed oggi il litorale nord mostrava un’altra faccia, su quell’area dove prima c’erano case abusive diroccate, tetti di amianti, resti di mobili ed elettrodomestici c’era una distesa di terra rossa, una zona era stata anche piantumata con alberi tipici della zona mediterranea. Certo ancora poco per rivalutare il litorale brindisino, è bastato andare un po’ più avanti per vedere l’abbandono del villaggio di Acque chiare e quel cancello arrugginito della spiaggia che c’è di fronte, ma un piccolo passo avanti è stato fatto. I lavori di sono partiti il 8 gennaio scorso , dopo il trasloco dell’amianto, il Comune di Brindisi ha provveduto alla rimozione delle macerie, un lavoro affidato alla ditta “Di Luca Costruzioni” di Frosinone per una spesa di circa 400mila euro. La ditta ha rispettato i tempi, sono 122 giorni quelli previste nel contratto. Bonificata l’area bisogna ora pensare ad una sua possibile destinazione d’uso, sempre tenendo conto che la zona prospiciente a Sbitri, dove c’è un meravigliosa mare con le sue spiagge è classificata secondo il piano delle coste stilato dalla regione Puglia, come PG3. In pratica in base allo studio sulle criticità delle falesie, l’area è ad alto rischio. Sino a quando sussiste il pericolo del crollo della falesia non vi sarà alcuna autorizzazione a costruire o impiantare attività su questa parte di litorale.
La prima estate, dopo sette anni, che all’ombra di bagnanti e turisti (anche se pochi) non ci sarà più la mega discarica con montagne di cemento abbattuto, con sparso un po’ di amianto. I lavori di bonifica sono stati quasi completati manca solo una piccola parte.
La bonifica avvenuta dopo anni di litigi tra Comune e Regione Puglia è finalmente arrivata e quasi conclusa. Ed oggi il litorale nord mostrava un’altra faccia, su quell’area dove prima c’erano case abusive diroccate, tetti di amianto, resti di mobili ed elettrodomestici, c’era una distesa di terra rossa, una zona era stata anche piantumata con alberi tipici della zona mediterranea. Certo ancora poco per rivalutare il litorale brindisino, perchè è bastato andare un po’ più avanti per vedere l’abbandono del villaggio di Acque chiare e quel cancello arrugginito della spiaggia che c’è di fronte, ma un piccolo passo avanti è stato fatto.
I lavori di sono partiti il 8 gennaio scorso , dopo il trasloco dell’amianto, il Comune di Brindisi ha provveduto alla rimozione delle macerie, un lavoro affidato alla ditta “Di Luca Costruzioni” di Frosinone per una spesa di circa 400mila euro. La ditta avrebbe rispettato i tempi, i giorni previsti nel contratto erano 122.
Bonificata l’area, bisogna ora pensare ad una sua possibile destinazione d’uso, tenendo però conto che la zona prospiciente a Sbitri, dove c’è un meravigliosa mare è classificata nel piano delle coste, stilato dalla regione Puglia, come PG3. In pratica in base allo studio sulle criticità delle falesie, l’area è ad alto rischio. Sino a quando sussiste il pericolo del crollo della falesia non vi sarà alcuna autorizzazione a costruire o impiantare attività su questa parte di litorale.
Lucia Portolano
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