Sciaia: il progetto fu bloccato perchè il Comune non aveva le aree, ma ora tutte sono libere

BRINDISI – (da Il7 Magazine) Il progetto non fu approvato, mai passato in consiglio comunale,  perché le aree non era ancora disponibili, quasi tutte di proprietà demaniale. Sulla carta esiste una bozza di programma integrato di rigenerazione urbana dell’intera area di Materdomini- Sciaia che vede la riqualificazione del tratto che va dal centro abitato alle spiagge, dal porticciolo turistico al castello Alfonsino sino all’aeroporto. Un progetto redatto nel 2011 che prese il nome di Sciaia. Al governo cittadino c’era l’amministrazione Mennitti, con l’assessore all’Urbanistica Antonio Bruno. La giunta deliberò la realizzazione di una bozza di piano per lo sviluppo della zona con la collaborazione tra pubblico e privato.

Ma il percorso si fermò perché le aree in questione non erano nella disponibilità comunale. Il consiglio comunale non approvò quel programma perché non era fattibile in aree non di proprietà. Ma qualcosa oggi è cambiato. Sono passati sette anni  e tanta acqua è passata sotto i ponti. Il principale ostacolo è stato rimosso, l’amministrazione Consales infatti ha portato avanti la linea segnata dal suo predecessore e molte di quelle aree, insieme all’ex spiaggia degli Ufficiali (dove ora sono in corso i lavori per Cala Materdomini) sono state acquisite dal Comune e passate all’amministrazione locale per federalismo demaniale. Il trasferimento è avvenuto a titolo gratuito. Un lungo percorso burocratico che ha portato i suoi frutti. Le due amministrazioni comunali, di opposto colore politico, hanno proseguito sullo stesso solco perché tutti sono convinti della potenzialità di questa zona.

Oggi  il Comune ha a disposizione diverse aree come quella dell’ex depuratore, ma anche via delle Intappiate e spazi limitrofi, intanto le ruspe sono a lavoro per demolire ciò che resta della spiaggia della Marina militare e i ruderi dell’Estoril.

La proposta di piano 2011 ha la firma dell’architetto comunale Fabio Lacinio, era lui il responsabile del procedimento, e questo è stato presentato anche in un’iniziativa a livello nazionale. Il Comune aveva anche bandito una manifestazione d’interessi alla quale avevano partecipato con delle loro proposte 35 privati.

Nel dettaglio si prevedevano interventi per un’area divisa in cinque comparti.  Opere da realizzare per migliorare il sistema viario sia nel collegamento tra la Sciaia e il Casale, ma anche all’interno di questa stessa zona. A questo si aggiungeva la realizzazione di servizi e strutture e l’abbattimento degli edifici fatiscenti con la nascita di attività commerciali e esercizi pubblici come bar e ristoranti. L’area ha una destinazione d’uso residenziale e anche turistica così come riconosciuto dal piano regionale. La realizzazione di queste opere non avrebbe creato alcun problema alle procedure urbanistiche, visto i già trascorsi della vicenda del villaggio turistico Acque chiare, sequestrato per lottizzazione abusiva.

Il riassetto viario consisteva nell’allargamento del sottopasso e la creazione di una bretella lungo il perimetro aeroportuale che si ricongiungeva a via di Punta Penne a ovest della cala Materdomini, così da consentire il collegamento della spiaggia con il parco dell’area ex-Babylandia. Inoltre si prevedeva la trasformazione di via Materdomini e delle altre vie in un sistema di strade interne di quartiere. Parallelamente sarebbe dovuto sorgere un accesso all’area via mare con l’attivazione della “Circolare del Mare” e la conseguente disponibilità di un collegamento alternativo del quartiere e delle spiagge sia con il complesso di Forte a Mare che con il Centro Storico.

Il cuore della riqualificazione comprendeva in particolar modo l’area adiacente al confine con la zona aeroportuale, all’interno della quale si trovano le strutture dell’ex depuratore, e la parte dell’area ex-Babylandia, quella più vicina alla spiaggia Materdomini.  E sono proprio queste le proprietà entrate negli ultimi anni nella disponibilità del Comune. Il principale intervento consisteva qui nella realizzazione di una grande area di verde attrezzata, il cosiddetto Parco Materdomini, dotato di alcune piccole strutture di supporto alle attività ricreative e sportive che potevano essere inserite nel parco, come campi da gioco, spogliatoi, bagni.

Mentre nello spiazzo dove si trovava l’Estoril si prevedeva la nascita di servizi commerciali, ristoranti lato spiaggia e strutture ricettive. Per quanto riguarda il castello Alfonsino, di proprietà della Sovrintendenza, si proponeva la realizzazione di attività a reddito oltre all’apertura di un bar e una libreria.

In merito a questi progetti era stato fatto anche un calcolo costi benefici. Inoltre era stato firmato un protocollo d’intesa tra il Comune di Brindisi e l’Autorità portuale, proprietaria di alcune aree che rientravano nella riqualificazione.

Intanto lo scorso aprile sono partiti i lavori per la nuova spiaggia di cala Materdomini e sono state appaltate le opere per la ristrutturazione del castello di Forte a mare. Per entrambi sono stati stanziati dei finanziamenti pubblici provenienti da diverse misure.  Ma ci sono le nuove aree  pubbliche che rischiano di restare al degrado e inutilizzate. Tra queste anche alcune private, come l’ex parco Babylandia, un polmone verde a due passi dal mare. Da anni c’è il cartello vendesi fuori dalle mura, ma ancora nessuno lo ha acquistato.

La nuova amministrazione comunale sarà chiamata all’approvazione del nuovo urbanistico generale che ridisegnerà Brindisi per i prossimi 20 anni e la zona Sciaia rappresenta uno dei nodi centrali per lo sviluppo economico e sociale dell’intera città. Un piano da cui partire esiste già, ma è chiuso da sette anni in uno dei cassetti degli uffici del Comune.

Lucia Portolano

(per Il7 Magazine)

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