LATIANO – La casa natale del Beato Bartolo Longo sarà ufficialmente acquisita al patrimonio del Comune di Latiano. Si tratta di un evento storico, reso possibile grazie al determinante contributo economico offerto dalla Regione Puglia dietro fondamentale opera di sensibilizzazione svolta dall’associazione “L’isola che non c’è” di Latiano. Oggi (11 maggio) alle 12 avverrà la firma sull’atto del notaio Michele Errico (lo stesso che costituì nel 2014 il Comitato cittadino che portò la Soprintendenza ad apporre il vincolo sull’immobile).
La battaglia per non vendere la casa del Beato Bartolo Longo, fondatore della chiesa del Santissimo Rosario di Pompei, ha inizio anni fa. Il palazzo risale al diciottesimo secolo ed è uno degli edifici più antichi di Latiano. In quelle stanze fatte di tufi e volte a stelle Bartolo Longo ha dato il su primo gemito. Tra quelle mura ha gioito e pianto. Lì dentro è custodita la vita del Beato. Mesi addietro fu lanciato un appello al ministro Dario Franceschini e al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, affinchè sulla struttura potesse essere esercitato il diritto di prelazione da parte degli Enti pubblici sulla vendita. E così è stato.
“Il connubio tra il Comune di Latiano ed il mondo del volontariato – si legge nella nota del Comune di Latiano – continuerà a costituire il nodo strategico intorno a cui dovrà svilupparsi la “nuova vita” dell’antica dimora ubicata lungo la centrale via cittadina intitolata alla Patrona di Latiano, Santa Margherita. La casa natale del Beato Bartolo Longo è infatti incastonata lungo la “via della cultura” che collega le due chiese di Sant’Antonio e Cristo Crocifisso alla Chiesa del SS. Rosario passando per la casa-museo Ribezzi – Petrosillo, per la Chiesa Madre, la suggestiva piazzetta capitano D’Ippolito, piazza Umberto I ed il palazzo Imperiali, quindi via Santa Margherita che ospita anche la torre del Solise ed il polo museale recentemente inaugurato presso l’ex convento dei padri domenicani”.
Il Comune di Latiano procederà a selezionare, mediante procedura di evidenza pubblica, l’organizzazione a scopo non lucrativo (o “le” organizzazioni che volessero concorrere in forma associata) a cui affidare la casa natale del Beato Bartolo Longo. Al soggetto affidatario competerà l’onere dell’ordinaria gestione e manutenzione della struttura con garanzia della fruibilità, dei locali vissuti dal Beato, sulla base di una programmazione integrata con quella dei musei e della pinacoteca comunale.
“Altresì il soggetto affidatario dovrà – di concerto con il Comune di Latiano – sia sviluppare una progettualità protesa alla promozione della figura del Beato Bartolo Longo e dell’alto valore, civile e culturale, delle sue opere, sia rilanciare il gemellaggio tra le città di Latiano e di Pompei”.
L’immobile storico si trova in via Santa Margherita di fronte alla Torre del Solise a Latiano: è composto da piano terra e primo piano, risalente al XVIII secolo, con annesso frantoio che fino a poco tempo fa è stato sede di una sezione, dedicata alle ceramiche, del Museo delle arti e tradizioni di Puglia.
“Si chiude così positivamente – si legge nella nota stampa dell’associazione L’isola che non c’è – una delle pagine più importanti di un lungo e difficile percorso che la nostra associazione ha avviato qualche anno fa. Era il 4 luglio del 2014 quando – spiega “L’Isola che non c’è” – organizzammo un convegno dal titolo provocatorio: Latiano città turistica? Le due immagini che scegliemmo per promuovere quella iniziativa (alla quale parteciparono Illustri autorità tra i quali l’assessore regionale al turismo Silvia Godelli e il direttore generale di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini) furono la foto del Beato Bartolo Longo e il Santuario di Cotrino. Già allora eravamo convinti che il nostro paese poteva investire il suo futuro su una delle figure più importanti della sua storia: il Beato Bartolo Longo, appunto. A quel convegno seguì la costituzione di un Comitato cittadino, presidente il cantante Al Bano Carrisi , per impedire che il palazzo di Bartolo Longo venisse venduto. Riuscimmo con quella iniziativa a smuovere la Soprintendenza (che fino a quel momento non si era mai accorta che quel bene aveva un valore storico e monumentale di enorme importanza non solo per Latiano) e a far apporre il vincolo sul quel bene. Era un primo passo fondamentale per il nostro progetto”.
“E’ sempre stata l’associazione ad attivarsi con gli uffici della Regione, con l’assessore con i dirigenti. Riuscendo anche stavolta a vincere contro la burocrazia regionale grazie ai responsabili del Patrimonio e della Ragioneria. I quali in meno di una settimana trasferiscono i 400 mila euro nella disponibilità del bilancio del Comune. La casa era salva. La battaglia era stata vinta” concludono da L’Isola che non c’è.
Mar.De.Mi.
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