BRINDISI- ( Da Il7 Magazine) Infiltrazioni d’acqua , caduta di calcinacci, barriere architettoniche e nessuna sorveglianza, a tre anni dalla sua inaugurazione la piazza coperta nel rione Sant’Angelo di Brindisi è un disastro e almeno dieci venditori hanno deciso di rinunciare e chiudere la propria attività. Altri e tanti lo faranno nei prossimi mesi se i conti non quadrano. La situazione è decisamente critica, da un lato una struttura che non è mai stata sottoposta a manutenzione ed ora ne paga tutte le conseguenze, dall’altro furti e calo delle vendite che non consente ai commercianti di rientrare con le spese ad assicurarsi un minimo guadagno.
Il Comune di Brindisi ha acquisito i capannoni ex Inapli dalla Regione Puglia, dopo aver trovato l’intesa su pagamento di un canone mensile. Così il mercato ortofrutticolo di Santa Maria Ausiliatrice, nel rione Commenda di Brindisi, dopo 50 anni, è stato trasferito all’interno della struttura coperta. Gli ambulanti ed i coltivatori diretti, dopo aver partecipato ad un bando per l’assegnazione degli spazi, sono stati distribuiti al piano terra dell’edificio, mentre ai piani superiori sono stati destinati agli uffici. Il nuovo mercato coperto nasce con 122 posti per i commercianti e 27 spazi da utilizzare come deposito oltre agli uffici del primo piano. I commercianti, secondo il progetto, erano stati così distribuiti: 64 posti per coloro che vendono frutta e verdura, 18 per merci varie, 22 per i coltivatori diretti e 8 posti a disposizione dei cosiddetti “spuntisti”, ossia venditori itineranti che potevano usufruire, su richiesta, degli spazi vuoti. La manutenzione e la guardiania della struttura era stata affidata alla società in house del Comune di Brindisi, la Multiservizi. Con questo progetto, fortemente voluto Giampiero Epifani, ex presidente della circoscrizione Commenda-Cappuccini-Minnuta, si voleva decongestionare il quartiere Commenda dal traffico mattutino creato dalla presenza del mercato ortofrutticolo e dare la possibilità a gran parte degli ambulanti di uscire dall’abusivismo.
Oggi di queste buoni propositi resta ben poco, la struttura dopo l’inaugurazione del 15 febbraio 2015 non è stata mai più sottoposta a manutenzione. Ci sono evidenti infiltrazioni d’acqua, soprattutto d’inverno quando piove dal soffitto e i venditori sono costretti ad aprire l’ombrello per poter continuare a lavorare. Cadono calcinacci di continuo, solo una settimana fa una donna con un bimbo sul passeggino ne è stata investita. Il bimbo era protetto dalla cappottina del passeggino, altrimenti i calcinacci sarebbero finiti sulla sua testa del piccolo. I capannoni, poi, hanno diversi ingressi ma non tutti sono attrezzati con gli scivoli per i diversamente abili, tutto questo crea barriere architettoniche oggi inammissibili. Non solo, l’ingresso pedonale è in condivisione con quello adibito al carico e allo scarico delle merci, il rischio che qualcuno possa essere investito è dietro l’angolo, qui nessuno è sereno.
“Da quando siamo entrati non è stata mai fatta manutenzione. Abbiamo fatto le segnalazioni però non fanno niente. E’ una struttura fuori norma- racconta Michele Galasso, che vende frutta e verdura- Il servizio antincendio è inadeguato, l’acqua non arriva ovunque. Qui, se scoppia un incendio, la manichetta è corta e ci rimettiamo la pelle”.Accanto a questi problemi ve ne sono molti altri che pesano sulle vendite e in qualche modo hanno cambiato la vita di molte persone. “Sono stati creati gli stalli per le bancarelle ma i depositi sono meno della metà- racconta ancora Michele- siamo in difficoltà perché non riusciamo a caricare e scaricare la merce al mattino. Ci sono i pedoni e arrivare con i furgoni nel parcheggio non è semplice, così molti di noi lasciano la merce qui la sera con il rischio che qualcuno la rubi”.
La struttura del mercato coperto non è custodita. Non vi è alcun sistema di sorveglianza e il servizio di guardiania affidato alla Multiservizi è di gran lunga limitato rispetto alle necessità dei commercianti. “La notte scorsa mi hanno rubato i carciofi- racconta Rossella Massaro- per qualcuno può dir poco ma per me è una giornata di lavoro. Qui può entrare chiunque, soprattutto nell’area esterna dove ho la bancarella. Io copro la merce con un telo ma poi fanno quello che vogliono”. Rossella ha un posto assegnato nell’area destinata ai coltivatori diretti che si trovano nella parte esterna. Qui chiunque sia in grado di scavalcare la recinzione può entrare e fare ciò che vuole.
“Mi hanno portato via di tutto- prosegue la donna- faccio questo lavoro da una vita, ho cominciato con mia nonna e ho continuato con mia madre, non mi era mai capitato niente del genere”. “Tutto sommato noi siamo più fortunati di altri- racconta Marco Prete, il cognato di Rossella Massaro, che vende anche lui verdura- queste sono produzioni nostre ma pensate a chi invece le compra al mercato generale e poi deve pure subire i furti. Perde due volte, la spesa e il guadagno. Quando stavamo alla vecchia piazza si vendeva di più e si lavorava di più”.
I furti e il calo delle vendite ha messo in ginocchio parecchi commercianti ortofrutticoli, negli ultimi due anni sono stati almeno una decina quelli che hanno deciso di chiudere l’attività. Gente che lavorava da una vita in questo settore ma che non ha retto il cambiamento e neppure la crisi del settore.
All’interno del mercato coperto due negozi, una pescheria e una macelleria, hanno chiuso perché gli affitti erano troppo alti. A loro erano stati destinati alcuni locali comunali, dopo essersi trasferiti da piazza Maria Ausiliatrice. A distanza di un anno, però, le vendite sono calate e pagare l’affitto è diventato impossibile, qualcuno ha provato a contrattare con il Comune di Brindisi chiedendo di rivedere il contratto, ma non ce stato nulla da fare.
“Mio zio dopo 50 anni di mestiere si è venduto la licenza. C’è chi non paga più l’affitto al Comune perché non ce la fa- dice Michele Galasso- Il problema è che l’incasso è cambiato, perché l’affitto del parcheggio è anche più basso di quello che pagavamo in via Maria Ausiliatrice. Poi hanno persino chiuso gli uffici comunali che bene o male attiravano la clientela e creavano un giro di persone. Faccio questo lavoro da quando sono nato, da oltre 40 anni, ho sempre lavorato con mio nonno, si stava meglio alla piazza vecchia , ora, invece qui, ci hanno abbandonati”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Ma come si può parlare di manutenzione allo stabile se i lavori sono terminati pochissimi anni addietro.Qualcosa non funziona.Quanti soldi sono stati spesi per il rifacimento della struttura? Sicuramente la causa va ricercata a chi ha svolto i lavori e chi li ha controllati.I cittadini sono stanchi di vedere spendere i propri soldi per lavori malfatti.