BRINDISI-Con la nomina del nuovo segretario generale dell’Autorità portuale il tema del porto torna agli onori della cronaca, si apre il dibattito mentre all’orizzonte si prospetta una stagione difficile per il sistema portuale brindisino, poche crociere, pochissime navi traghetto, la fine dei collegamenti con alcuni porti della Grecia e storiche agenzie turistiche che hanno chiuso i battenti. Il dibattito si accende. Riceviamo e pubblichiamo integralmente l’intervento di Salvatore Carruezzo direttore responsabile della rivista Il Nautilus.
“Accuse, polemiche, disimpegno ed egoismo hanno dapprima impoverito il porto di Brindisi ed, ora, contribuiscono a darne uno spettacolo indecente. Ciò che, forse, sfugge ai brindisini (quelli di nascita e quelli giunti da poco) è che il “nostro” scalo è diventato zimbello della portualità italiana. Volgendo lo sguardo un po’ più in là rispetto alla provincia, questo porto è conosciuto come “problematico” per operatori e studiosi dell’economia marittima.
Ma il vero problema, prima ancora dei professori giunti dalla Grecia (ma potrei anche ricordare salentini e romani che si sono susseguiti sulla poltrone di piazza Vittorio Emanuele), sono i brindisini stessi. Con onestà e da brindisino non posso che riconoscere che l’accanimento, la cultura del sospetto e gli opportunismi, talvolta beceri, hanno fatto arretrare bellezze, peculiarità e persino la città. Poi anche il porto.
Hercules Haralambides, presidente dell’Authority, non ha fatto breccia nei cuori dei brindisini e, a dire il vero, per ora non ha neppure lasciato un segno positivo nella gestione dello scalo. E’ innegabile. E non si presta facilmente a rispondere alle domande dei giornalisti; anche di quelli che non lo hanno fatto notare.
La legge 84 del 1994, quella che ha istituito e regola le Autorità portuali, attribuisce al presidente poteri e facoltà che tutti dobbiamo rispettare, almeno fino a quando non ci sarà la tanto attesa riforma. Il dialogo, però, è un dovere che possono portare avanti solo coloro che sono scevri da alcuni interessi. Alla politica giustifichiamo qualche scaramuccia, ai dirigenti qualche sogno nel cassetto, agli amministratori qualche errore.
Poi andiamo avanti. Analizziamo, studiamo e guardiamo anche altrove. La carestia del porto di Brindisi non ha ragioni solo locali così come non dipende solo dalla straordinaria capacità manageriale dei presidenti che si trovano altrove. Che sia un concorso di colpa o un allineamento negativo di fattori che contribuiscono a questo clima, non è importante.
Brindisi ha bisogno di lungimiranza ma non senza competenza”
Brindisioggi
Sono da condividere pienamente le dichiarazioni di Salvatore Carruezzo, direttore della rivista Il Nautilus. Il male maggiore di Brindisi sono i brindisini, con il loro continui lamenti, contrapposti ai loro velleitarismi, la loro incapacità di esprimere politici ed amministratori all’altezza del ruolo assegnato e delle difficoltà del nostro tempo. Non è che manchino i talenti, giovani con grandi competenze e potenzialità, se ne incontrano tanti, in tutte le professioni, costretti molto spesso ad emigrare, per mancanza di prospettive nella terra ove sono nati, e che amano ardentemente. Anche il nostro porto, la più grande risorsa naturale, se potesse emigrerebbe, un po’ più a nord o un po’ più a sud, e certamente tornerebbe ad essere splendido e rinomato, come non lo è più da millenni …