BRINDISI – Confiscato ingente patrimonio sottratto alle organizzazioni mafiose: la confisca riguarda i beni di Ottavio Fornaro 42enne di San Marzano di San Giuseppe (Taranto) condannato per associazione di tipo mafioso vicino – secondo gli inquirenti – alla Scu (sacra corona unita) del clan “soloperto”. Le risorse patrimoniali e finanziarie confiscate riguardano le province di Brindisi e Taranto.
Dalle prime luci dell’alba (5 aprile) i carabinieri della compagnia di Brindisi stanno dando esecuzione alla confisca dei beni appartenente a Fornaro. Il provvedimento ha portato al sequestro a Brindisi e San Marzano di San Giuseppe di beni costituiti da un centro vendita pneumatici, un capannone industriale, un autocarro e un’autovettura di grossa cilindrata, il tutto – secondo gli inquirenti – fittiziamente intestato a terza persona, per un valore complessivo di 800mila euro.
L’attività dei militari dell’Arma ha inizio nel 2016, quando la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nel concordare con le risultanze investigative dell’Arma, aveva richiesto al Tribunale di Taranto l’emissione di un primo decreto di sequestro anticipato di beni mobili e immobili, per un valore stimato di 100mila euro nei confronti del 42enne, già condannato per associazione di tipo mafioso, appartenente alla Scu clan “soloperto”, sodalizio operante nel territorio di San Marzano di San Giuseppe, nel tarantino. Il provvedimento eseguito nell’aprile di quell’anno riguardava parte del patrimonio dell’arrestato, in parte fittiziamente intestato a terze persone, costituito da un conto corrente bancario, un appartamento ubicato in Taranto e una società di rivendita pneumatici.
Mentre il secondo provvedimento di sequestro, a complemento del precedente, è stato eseguito nel gennaio di quest’anno dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Brindisi, emesso dal Tribunale di Taranto su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce che ha concordato con le ulteriori risultanze investigative.
Il Tribunale di Taranto nel disporre la confisca dei beni ha contestualmente applicato, la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di anni cinque.
Nella legislazione antimafia il ricorso allo strumento della confisca si è incrementato negli anni, tanto da divenire lo strumento privilegiato di contrasto alla criminalità organizzata. La finalità primaria della confisca antimafia è quella di espungere dal circuito economico beni che siano frutto di attività illecite e di contiguità mafiosa. I beni oggetto di confisca possono essere beni mobili ed immobili. I beni mobili sono costituiti da denaro contante, liquidità, titoli, crediti personali oppure autoveicoli, natanti, ecc.. I beni immobili sono appartamenti, terreni, ville, aziende.
I beni immobili, una volta confiscati, vengono trascritti sui registri del “Servizio di Pubblicità Immobiliare” che è in sostanza l’ex Conservatoria per i Beni Immobili. I beni mobili vengono trascritti nei registri del Pubblico Registro Automobilistico e dei Natanti.
Le trascrizioni sono un atto importante affinché gli intestatari non alienino i beni oggetto di confisca. È importante sottolineare che i beni immobili sono mantenuti al patrimonio indisponibile dello Stato per finalità di Giustizia, di Ordine Pubblico, di Protezione Civile, solitamente vengono trasferiti agli Enti Locali per essere assegnati in concessione a titolo gratuito a comunità, enti, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, comunità terapeutiche, centri di recupero, associazioni varie.
BrindisiOggi
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