SAN MICHELE SALENTINO – Gli eredi della famiglia Dentice di Frasso di San Vito non mollano la presa e continuano a richiedere ai cittadini di San Michele Salentino somme per canoni enfiteutici su abitazioni, terreni e locali. Intanto, il sindaco di San Michele Salentino, Giovanni Allegrini, vuole far chiarezza e si rivolgerà alla Procura per chiedere lumi.
Il contratto risale al 1800 in cui i proprietari terrieri affidavano i propri beni a contadini per occuparsi della gestione del fondo, in cambio di un canone mensile in denaro o prodotti naturali. Così è andato avanti fino agli anni ’50 poi nessuno più a versato un soldo.
“L’invio delle raccomandate da parte degli eredi dei Dentice di Frasso ai nostri concittadini, con i quali si chiedono ingenti somme per canoni enfiteutici su abitazioni, non lascia insensibile l’amministrazione, che intende reagire con forza a questa palese ingiustizia” si legge nella nota dell’amministrazione comunale di San Michele.
“Giova ricordare agli eredi del principe che, quando furono concesse queste terre in enfiteusi, le stesse erano per lo più incolte o di scarso reddito ma i nostri concittadini, per riconoscenza verso coloro che ritenevano dei benefattori, intitolarono loro, anche, una strada del paese. Questo sentimento di riconoscenza è stato tradito con le recenti raccomandate con le quali vengono chiesti canoni enfiteutici, si badi bene, non sui terreni incolti avuti in enfiteusi, ma sulle case che i cittadini hanno costruito con enormi sacrifici personali”.
Un affare di milioni di euro su cui, l’amministrazione, vuole fare chiarezza rivolgendosi, in primo luogo, alla Procura per capire la sussistenza o meno di fattispecie costituenti reato e chiedendo ai competenti uffici finanziari se il tutto è stato debitamente e completamente dichiarato al momento dell’apertura della successione.
“Comunque i cittadini – continua la missiva – devono stare tranquilli perché i Dentice di Frasso devono dimostrare il loro diritto, devono inoltre quantificare il canone ed ove riuscissero a dimostrare tutto ciò devono comunque restituire il valore relativo alle migliorie, tenuto conto che in origine era un terreno agricolo”.
“In tutto questo si dimentica l’istituto dell’usucapione che contrariamente a quanto si vuol far credere, la Cassazione lo ha riconosciuto per quanto riguarda i fabbricati, ove si verifica una inversione palese del possesso, una trasformazione, cioè tale che non possa essere inquadrata come miglioria. Il fatto di edificare, afferma la giurisprudenza, “costituisce esercizio di una facoltà inerente al diritto di proprietà, con l`effetto che essa manifesta anche verso l`esterno mediante una condotta riconoscibile da parte di tutti e quindi anche dal proprietario” conclude l’amministrazione di San Michele.
Mar.De.Mi.
Finalmente un’amministrazione pubblica che non soggiace inerte all’arbitrio di chi vanta diritti ormai obsoleti e non suffragati da atti di continuità giuridica, tali che li rendano esigibilii a posteriori. Ottima la reintroduzione dell’istituto dell’usucapione da parte dell’ente comunale. Spero in una quantopiù prossima e sollecita determinazione in merito, degli organi comunali.Maria Letizia Casalini
Ribadisco il fatto che tali obsoleti dirittti enfiteutici vantati dai Dentice di Frasso vanno rivisti dall’ente comunale alla luce anche dei vari elementi sia costitutivi, ovvero originati dalle pattuizioni dell’epoca fondanti, che attuali che hanno operato in questi anni in discontinuità rispetto agli stessi e determinato nuove condizioni giuridiche di fatto di questi stessi diritti.
Perchè mi avete cancellato il commento? Comunque ci sono secondo me tutti gli elementi utili e validi per vantare ed esercitare l’istituto dell’usucapione. Se possibile fatemi sapere dove potere accedere alle determinazioni del Consiglio Comunale di San Michele Salentinoi su tali materie. Grazie Maria letizia Casalini.
Il suo commento non era stato cancellato, non era stato ancora approvato.