OSTUNI- Il Consiglio di Stato dà il via libera alle ricerche di idrocarburi nel Mare Adriatico, respinto il ricorso della Regione Puglia. Possono ripartire lungo la costa adriatica le ispezioni geosismiche con la l’air-gun, tecnica utilizzata dalle società petrolifere per scoprire la presenza di idrocarburi nei fondali marini. È di qualche giorno fa la notizia relativa alla decisione operata dalla quarta sezione del Consiglio di Stato, che con la sentenza n. 1487 dello scorso 8 marzo 2018 ha respinto il ricorso in appello che la Provincia di Teramo, difesa dall’avvocato Paolo Colasanti, aveva presentato al TAR del Lazio,riferito al permesso rilasciato alla Spectrum Geo Ltd. Il ricorso, risalente a circa due anni fa, è stato sottoscritto dalla gran parte degli Enti locali situati lungo l’intero il tratto di costa adriatica, tra cui la Regione Puglia.
Il Tar del Lazio, già nel 2016, si era espresso negativamente in merito al ricorso di primo grado presentato dalla Regione Puglia, che si era rivolta al Consiglio di Stato chiedendo l’annullamento del parere di compatibilità ambientale rilasciato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che forniva di fatto alla Global PetroleumLimited i “permessi di prospezione” lungo la costapugliese. Contro le sentenze di primo grado,la Regione Puglia ha presentato ricorso in appello, ma anche questo secondo tentativo si è rivelato inutile. Alcuni Comuni, tra cui quello di Ostuni, si sono mossi autonomamente, impugnando i decreti ministeriali e presentando ricorso.
Il dirigente dell’ufficio legale del Comune di Ostuni sente l’esigenza di rettificare quanto erroneamente emerso e specifica che il ricorso bocciato dal Consiglio di Stato non riguarda la Città bianca. «Abbiamo presentato al Tribunale amministrativo del Lazio – spiega l’avv. Alfredo Tanzarella – un ricorso che è stato sottoscritto anche dai Comuni di Fasano, Palo del Colle, Polignano a Mare, Bitetto e Giovinazzo, contro i due provvedimenti di compatibilità ambientale emessi dal Ministero per la ricerca di idrocarburi, emessi a favore della Global Petroleum Limited. Non ci risulta sia giunta pronuncia sulle nostre vicende. L’unica sentenza recente emessa sulla questione, è quella del Consiglio di Stato e non del TAR Lazio. Le ispezioni idrogeologiche effettuate attraverso la tecnica dell’air-gun si ritiene, in base a studi approfonditi, siano pericolosamente invasive per la fauna e flora marina, pertanto questo Comune ha preso la decisione di opporsi. Il Mar Adriatico è un mare chiuso, con poca possibilità di ricambio e quindi caratterizzato da un ecosistema parecchio delicato. Riteniamo sia inutile fare delle ricerche invasive, se non si è sicuri di trovare effettivamente tracce di idrocarburi o che questi non siano qualitativamente adeguati alla coltivazione e all’estrazione».
BrindisiOggi
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