Acqua non potabile al Perrino, un viaggio tra i reparti: “Non lavo mio figlio da giorni”, ma l’Asl tranquillizza

BRINDISI- (da Il7 Magazine) I tavolini delle stanze degli ammalati sono pieni di bottiglie d’acqua minerale. Servono per lavarsi. Vengono distribuite la mattina e la sera: due bottiglie a paziente, diventano quattro nel reparto di Pediatria. Dalle tubature dell’ospedale Perrino di Brindisi da circa due mesi esce acqua non potabile. Dai rubinetti dei bagni di alcuni reparti veniva fuori acqua rossastra, poi diventata galla.

Colore dell’acqua un mese fa

Sulle pareti e sulle porte di tutti i reparti è stato affisso un cartello a firma della direzione sanitaria in cui si legge: “che si consiglia di non utilizzare l’acqua delle rete idrica per uso alimentare. L’acqua calda può essere utilizzata previo scorrimento per almeno 5 minuti, per la pulizia e l’igiene personale con esclusione del viso. Si consiglia inoltre di non inalarla e di ingerirla. Per la pulizia dei denti si deve utilizzare l’acqua imbottigliata che sarà fornita dalla cucina”.

La situazione negli ultimi giorni è migliorata, l’acqua da rossa è diventata gialla e  da molti rubinetti ormai è bianca, Ma l’allerta resta.

Un problema dovuto alle condotte troppo vecchie e all’utilizzo di una sostanza che è stata immessa nelle tubature per sanificare le acque. Dalle analisi effettuate dall’Arpa  qualche settimana fa è emersa la presenza di una sostanza non salubre dovuta alla iperclorazione dell’acqua.

Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo ed è in corso un’inchiesta dei carabinieri del Nas di Taranto che hanno effettuato dei prelievi. La situazione viene costantemente monitorata.  Alcuni ex consiglieri comunali hanno presentato un esposto che porta la firma di Giampiero Epifani, Daniele Napolitano, Tiziana Martucci e Iolanda Guadalupi.

I disagi in ospedale sono tanti soprattutto nei reparti più clinicamente delicati e in quelli dove sono presenti bambini e anziani.  Non da tutti i rubinetti veniva fuori acqua giallastra, ma le precauzioni sono state adottate per tutto l’ospedale.

Nel reparto di Pediatria sono state interessate alcune stanza. Tra le mamme si era creata una certa preoccupazione .

“Da nove giorni che non lavo il mio bambino – dice una donna ricoverata con il figlio– dovrei lavarlo con le bottiglie che ci danno, ma l’acqua è fredda ed ha già la bronchite”. Il piccolo ha circa 8 mesi sua madre preferisce lavarlo con le salviettine. Loro sono in ospedale da nove giorni. “Io invece cerco di arrangiarmi con l’acqua che distribuiscono – prosegue la donna – hanno comunque detto che possiamo utilizzare quella del rubinetto per altri scopi ma io per precauzione non lo faccio d’altronde nelle stanze ci sono ancore le comunicazioni che sconsigliano l’utilizzo”.

La situazione è simile tra tutte le mamme della Pediatria, qualcuno che sta da più tempo per lavare i bambini riscalda le bottiglie sul condizionatore così che l’acqua possa essere più calda.

“Abbiamo cercato di tranquillizzare le mamme dando la giusta informazione, molte  di loro era giustamente preoccupate e dai rubinetti di alcune stanze veniva fuori acqua gialla – dice Fulvio Moramarco, primario di Pediatria –dalle analisi è emerso che l’acqua è biologicamente pura, cioè che non ci sono germi. Ci sono però dei metalli pesanti per i quali è stato sconsigliato l’utilizzo per lavarsi i denti e la faccia. Non si sono verificate però conseguenze cliniche. E ci dicono che presto il problema sarà totalmente risolto, già da qualche giorno l’acqua è bianca”.

Preoccupazione anche nel reparto di Ostetricia, i bimbi qui vengono lavati direttamente al nido, ma le partorienti utilizzano l’acqua minerale per tutto, non solo per la faccia e per i denti.

“La mattina presto ci danno una bottiglia d’acqua – spiega una donna di San Pietro Vernotico che ha da poco partorito una bimba – ne portano una anche la sera. Per lavarci le mettiamo sui condizionatori affinchè sia un po’ calda, per i neonati usiamo le salviettine e comunque vengono cambiati al nido fortunatamente. Ci hanno sconsigliato di utilizzare l’acqua dei rubinetti”.

Disagi anche in Geriatria con i pazienti più anziani alle prese non solo con le malattie ma anche con l’acqua non potabile. “Molte situazioni sono già difficili – spiega una donna che fa la badante di un’anziana di 88 anni – ci mancava solo il problema dell’acqua. Qui c’è gente molto malata ora bisogna stare attenti anche a non utilizzare l’acqua dei rubinetti”.

Ma la Asl cerca di tranquillare tutti gli utenti e afferma che non sussistono rischi sanitari per pazienti e operatori. “Dopo le verifiche a cura dell’Area Tecnica – fa sapere la direzione generale – dal 16 febbraio scorso è stato attivato un
impianto per il dosaggio di prodotti filmanti (polifosfati alimentari) all’interno della rete di distribuzione di acqua calda sanitaria a servizio del Perrino, al fine di eliminare l’effetto di dilavamento di particelle di materiale ferroso nelle tubazioni. Il problema è pertanto in via di definitiva risoluzione”.

L’Asl inoltre smentisce episodi di legionella all’interno dell’ospedale, anzi secondo le indagini dei tecnici sarebbe stato  proprio il sistema di disinfezione degli impianti contro il batterio ad aver causato la presenza di particelle di materiale ferroso all’interno delle tubazioni, fenomeno ritenuto possibile  nel caso di utilizzo di sostanze disinfettanti a base di cloro. “Per contenere il fenomeno della legionella a livelli accettabili – continua la Asl  – la Gestione Tecnica effettua continui e periodici monitoraggi microbiologici e predispone tutti i procedimenti necessari per contenere al massimo la contaminazione: infusione di sostanze disinfettanti, iperclorazione, shock termici, bonifica e pulizia delle vasche di primo accumulo dell’acqua potabile e dei bollitori per la produzione dell’acqua calda sanitaria”.

In passato episodi di presenza di legionella nell’ospedale ci sono stati, ma da allora, stando alle dichiarazioni dell’azienda sanitaria,  sono state impegnate risorse per nuove e più avanzate procedure che garantiscono con un sistema di disinfezione continuo risultati più efficaci nel controllo della proliferazione del batterio. Salvo poi però creare altri tipi di problematiche come quella degli ultimi due mesi.

Ma per la Asl è tutto sotto controllo e tra poco l’acqua tornerà per tutti gli usi.

Lucia Portolano

(per Il7 Magazine))

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