BRINDISI – Sarà un venerdì nero per ospedali e ambulatori: “Proclamato sciopero nazionale degli infermieri”. Appello del Nursind: “Rinnovo del contratto. Il 23 febbraio sciopero, no a proposte che ridicolizzano la nostra professione”. E’ quanto chiederanno i sindacati di categoria il prossimo venerdì a Roma. Lo sciopero durerà 24 ore e si terrà per protestare nei confronti di un contratto, che arriva dopo un decennio di ritardo, negativo rispetto all’ultimo sottoscritto, dicono i sindacati.
“Non accettiamo le condizioni del nuovo contratto che ridicolizza gli operatori sanitari e ci porterà a manifestare il 23 febbraio a Roma” è quanto si legge nella nota stampa di Nursind. L’appello che fanno è rivolto agli infermieri della provincia di Brindisi in vista della grande manifestazione in programma a Roma per il prossimo 23 febbraio. Il Nursind sarà a Roma con una numerosa rappresentanza a manifestare contro un rinnovo del contratto che non soddisfa nessuno.
“Scenderemo in piazza il 23 febbraio per gridare – continuano – che siamo stanchi, stanchi di garantire una cosi accurata e specializzata assistenza senza un adeguato ritorno in termini di immagini e in termini economici. Il disagio lavorativo che quotidianamente si vive in e palpabile. Dopo nove anni di blocco dei contratti nessuno può liquidarci con un misero aumento e soprattutto se ciò non venga garantito dalla prossima legge finanziaria che il prossimo governo dovrà attuare”.
In Italia, mancano circa 60mila infermieri per coprire tutti i buchi presenti nel sistema sanitario. Mancano anche le figure professionali di supporto all’infermiere (OSS, OTA) determinando un costante demansionamento infermieristico in quanto devono svolgere anche mansioni alberghiere che li distoglie dal loro compito principale. Inoltre continui ordini di servizio, spesso di natura verbale, li costringe ad eseguire doppi turni di lavoro.
“Noi non vogliamo essere complici di questo sistema sanitario, di un sistema in cui le visite in intramoenia siano considerate l’unica soluzione per ridurre le liste di attesa, non saremo complici di chi per qualche voto o per un po’ di visibilità, svende la propria professione infangando l’intera categoria e soprattutto penalizzando e discriminando gli utenti che giornalmente si recano in tutte le strutture sanitarie per essere curati”.
Quello che chiedono al Governo è che assuma le proprie responsabilità incrementando le risorse a disposizOSPEDALIERcontrattazione per dare risposte concrete agli infermieri ed ai professionisti sanitari del comparto, per realizzare provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle loro responsabilità: è necessario finanziare, dicono, come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e portare i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS.
Inoltre, chiedono direttive e risorse finalizzate ad una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ex indennità infermieristica di cui all’articolo 40 del CCNL 1999. Non è più accettabile, solo per citare un esempio, che ad un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità risibile, poco più di 2 euro all’ora durante il periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino.
Chiedono altresì direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
Ma non basta, i rappresentanti chiedono che ci siano direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, ivi compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento; Si chiedono direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività, come per il privato, ed a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turn over e dalle mancate sostituzioni del personale a vario titolo assente.
I sindacati infine, chiedono direttive con le quali venga revocato il mandato già conferito all’ARAN, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti UE. Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e potrebbe essere messa a repentaglio, in talune occasioni, l’assistenza resa al cittadino. Si chiede l’impegno del Governo, ad attivare le procedure finalizzate al riconoscimento, nei confronti dei professionisti sanitari del comparto sanità, del diritto di svolgere attività libero professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico. Si chiede l’immediata creazione, per il personale infermieristico e sanitario “della distinta sezione contrattuale prevista dall’art 40 c. 2 del dlgs 30.03.2001 n 165, ricorrendo- allo stato-le condizioni previste dal legislatore“. Si chiedono idonee direttive ed azioni concrete volte a superare l’attuale mancanza di criteri generali, nazionali ed uniformi per la determinazione, in ogni azienda, e per ogni servizio delle dotazioni organiche infermieristiche e delle figure di supporto.
BrindisiOggi
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