BRINDISI- Ordigni nelle acque del porto di Brindisi, i palombari della Marina a lavoro per la rimozione. Dal 20 al 27 gennaio 2018 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare, distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. di Taranto (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), hanno condotto un intervento a Brindisi teso a rimuovere e distruggere pericolosi ordigni esplosivi rinvenuti a soli 10 metri di distanza dal lungomare Regina Margherita.
Durante le operazioni di ricerca subacquea nel porto, condotte da una Ditta specializzata in tale settore, sono stati indentificati dei manufatti esplosivi residuati bellici la cui posizione è stata comunicata alla locale Capitaneria di Porto che, dopo avere interdetto al transito la zona, ha informato del pericolo la Prefettura di Brindisi che ha disposto e coordinato l’intervento di bonifica d’urgenza del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina Militare.
“Non è mai facile intervenire per rimuovere in sicurezza un ordigno esplosivo che giace sul fondo del mare da oltre 70 anni” ha dichiarato il Comandante del Nucleo S.D.A.I., TV Mirko Leonzio, “ma farlo a pochi metri dal lungomare di una città rende ancora tutto più complesso. Nell’ambito delle operazioni subacquee svolte a Brindisi abbiamo identificato e neutralizzato 1 bomba d’aereo da 500 libbre, 5 colpi da 127 mm, 3 mine anticarro e diverse munizioni per armi di reparto. Imbragati gli oggetti più pesanti li abbiamo rimossi a distanza rimorchiandoli fino a raggiungere una zona in alto mare individuata dall’Autorità Marittima. Lì abbiamo effettuato un’ultima immersione per effettuare il brillamento degli ordigni secondo le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino”.
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 22.000 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio 2018 ne hanno già neutralizzati 104 dai mari, fiumi e laghi italiani, senza contare le migliaia di proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm anch’essi rimossi e distrutti.
Con una storia di 169 anni alle spalle, i Palombari rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.
Diventare Palombaro della Marina Militare significa vivere una professione appassionante e unica, con la possibilità di una carriera avvincente e appagante in uno dei reparto di eccellenza a livello mondiale per le attività subacquee. Si può diventare un Palombaro anche attraverso la frequenza dell’Accademia Navale di Livorno il cui bando di concorso scade il prossimo 8 febbraio. Per maggiori informazioni basta consultare il sito www.marina.difesa.it.
BrindisiOggi
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