Al Verdi, Sgarbi racconta Michelangelo

BRINDISI- Sgarbi fa lezione su Michelangelo. Lunedì 5 febbraio (ore 20.30) al Verdi di Brindisi una passeggiata affascinante nella storia di uno dei più grandi geni italiani: il celebre critico d’arte torna a teatro dopo lo straordinario successo dello spettacolo «Caravaggio».

Dopo il successo del precedente recital dedicato all’arte di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Vittorio Sgarbiritorna sul palcoscenico con un nuovo lavoro, dedicato questa volta a un altro Michelangelo, il Buonarroti.«Michelangelo» è dunque il titolo dello spettacolo in arrivo al Teatro Verdi di Brindisi lunedì 5 febbraio (ore 20.30), con il quale il celebre critico d’arte si pone un obiettivo ambizioso: «(ri)avvicinare gli italiani alle opere e agli artisti che hanno reso l’Italia famosa in tutto il mondo».

Una personalità senza limiti e senza tempo, Michelangelo, il primo artista a tutto tondo – scultore, pittore, architetto, poeta – ad avere in sé il fermento della rinascita delle arti. Il genio del Rinascimento, pittore della Cappella Sistina e scultore del David, delle Pietà, del Mosé, nonché architetto della cupola di San Pietro (e di molto altro). Un artista visionario che ha fatto della capacità di immaginazione uno strumento d’arte e di lavoro, il ponte necessario che conduce a traguardi diversamente impensabili. Il genio aretino sosteneva la necessità di sviluppare il potere di immaginazione e di creatività per poter vivere al meglio in questo piccolo e affollato pianeta: «Il più grande pericolo per noi – diceva – non è che miriamo troppo in alto e non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo, ma che miriamo troppo in basso e lo raggiungiamo». Il talento poliedrico di Buonarroti sarà rappresentato sul palcoscenico dal racconto diVittorio Sgarbi, contrappuntato dalle musiche evocative composte e interpretate dal vivo da Valentino Corvino (violino, viola, oud, elettronica) e dalle immagini delle opere curate dal visual artist Tommaso Arosio.

 

Partendo dal trentatreesimo Canto del Paradiso di Dante Alighieri, ispirazione per la prima Pietà del Michelangelo, passando per la modernità delle sue opere e per le molteplici influenze sull’arte a venire, lo spettacolo traccia una parabola immaginaria attraverso la vita e l’opera di Michelangelo in rapporto a un periodo decisivo della nostra storia dell’arte, a cavallo del Cinquecento, tra il trionfo del Rinascimento e la nascita del Manierismo e del Barocco. Un periodo illuminato che conta però anche aspetti poco noti: Vittorio Sgarbi condurrà il pubblico alla loro scoperta, portando in scena un Michelangelo inedito e sorprendente.

 

Un’autentica lectio magistralis, un’immersione nell’arte con la quale il critico ferrarese coglie e restituisce la cifra distintiva dell’opera dell’artista emblema, insieme a Leonardo, del nostro Rinascimento: la «sospensione del tempo». Le creazioni di Michelangelo diventano i punti di partenza di un viaggio attraverso l’arte occidentale: come un circolo, senza inizio né fine, dal quale emergono in modo chiaro e netto la necessità e l’urgenza della presenza della bellezzaattorno a noi. È proprio questo il messaggio che scaturisce dalla speciale lezione-spettacolo e arriva dritto allo spettatore: l’Italia ha bisogno di ritrovare i valori espressi nelle opere dei suoi grandi artisti, di restituire valore alla bellezza per avviare un tempo che interpreti l’idea di un nuovo Rinascimento.

 

«L’arte può cambiare la vita, rendere migliori. È quello che mi dice o scrive la gente dopo aver visto il mio “Michelangelo”: avessi avuto un insegnante come lei a scuola, mi sarei innamorato della storia dell’arte». Non è la prima volta che Sgarbifa sosta nella nostra città. Brindisi figura anche nella sua “cartografia del cuore”, il libro «L’Italia delle meraviglie» che traccia un viaggio attraverso i tesori più nascosti del nostro Paese, alla scoperta di beni culturali recuperati, a rischio, da salvare. E a pagina 217 Brindisi è presentata così: «Sarà per l’euforia che porta con sé nel nome, ma Brindisi, la città che meno conoscevo, mi ha dato le emozioni più forti, più ancora di Lecce, dove la bellezza si dichiara senza sforzo, con lusso straziante, nella corrosione della pietra che dall’arabesco di superficie si tramuta in alveare. (…) Nell’ignota Brindisi ogni porta è aperta, e la bellezza, meno esibita, è anche più intensa; così Santa Maria in Casale, così la chiesa del Cristo, così la straordinaria chiesa di San Benedetto con le floride sculture del portale e il capitello popolato di animali. E come la bellezza antica lentamente appare, così anche quella moderna, con rigore, soltanto qui a Brindisi si ritrova senza equivoci e falsificazioni. Non vi è spazio per i facili miti e l’arte ha ancora una virtuosa dignità fatta di ciò che si vede, non di ciò che si sa».

 

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