BRINDISI- Liberi e uguali con il piede in due scarpe. O meglio, le divisioni interni al movimento di Grasso in terra di Brindisi si manifestano palesemente nelle prossime amministrative. A poche ore dalla presentazione del candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Riccardo Rossi, scelto dall’accordo tra Pd, Brindisi Bene Comune e Liberi Uguali, qualche noto esponente di quest’ultima forza politica avrebbe promesso sostegno alla coalizione dei moderati, quella che vede insieme Luperti, Marino, Alternativa popolare, Impegno sociale e Udc. Insomma starebbe con gli avversari.
Il consigliere regionale di Liberi e uguali Pino Romano (ex Pd) nella giornata di ieri avrebbe incontrato una delegazione di Impegno sociale per alcune interlocuzioni per le amministrative a Brindisi. I bene informati tra i moderati non escludono che Liberi uguali, almeno nella parte rappresentata da Romano, possano sostenere l’area moderata. Per ora solo un confronto nulla di più.
Sin dalla sua nascita il partito di Rossi e Speranza, ora di Grasso, a Brindisi ha mostrato segni di divisione con tanto di comunicati stampa tra area Romano e area Dipietrangelo. A questo si aggiunge la conferenza stampa in cui il consigliere regionale con Abaterusso presentarono una lista di nomi che avrebbero aderito al neo partito. Come per mostrare la loro forza e la loro rappresentatività.
L’altra area invece a Brindisi lancia messaggi di “sinistra” puntando su un candidato da sempre espressione di un mondo ambientalista e dell’attivismo sociale.
Intanto arrivano i malumori per le candidature al Parlamento. Matarrelli si ritira, a quanto pare all’ex parlamentare di Mesagne non era piaciuto il collegio uninominale proposto che non lo vedeva candidato nel suo territorio elettorale, ma non solo. L’ex onorevole parla di familismo amorale nella scelta dei candidati.
Ed oggi scrive:”Di fronte alle moltissime manifestazioni di solidarietà ed anche alla diffusa reazione di disimpegno di tanti miei sostenitori, ho il dovere di fornire qualche spiegazione in più rispetto alla mia scelta di non candidarmi. La legge elettorale per come è stata concepita avrebbe reso difficilissima la mia elezione e faccio subito un esempio concreto. Uno dei più recenti sondaggi (Ghisleri), peraltro tra i più ottimistici, assegna a Liberi e Uguali il 6.3% nazionale e l’8% in Puglia: secondo queste stime, LeU eleggerebbe un solo deputato (ovviamente al plurinominale) e forse un senatore. Ciononostante io avevo assicurato la mia disponibilità ad essere candidato, ma per sostenere quello che almeno nelle intenzioni doveva essere un progetto politico utile al Paese, e cioè la ricostruzione della sinistra. Il mio impegno diretto è venuto meno nel momento in cui ho assistito, in occasione della compilazione delle liste, a vicende francamente sconcertanti, di cui io stesso non ho memoria precedente. Anche qui faccio un esempio concreto, elenchi ufficiali alla mano che potrò produrre se e quando mi saranno richiesti: nel collegio di Lecce si era scelto di candidare in posizione potenzialmente eleggibile Salvatore Piconese, ex segretario provinciale del PD salentino. All’ultimo momento, con un abile colpo di mano, Ernesto Abaterusso – consigliere regionale, capogruppo in consiglio regionale e, soprattutto, coordinatore regionale di MdP Art.1 – ha sostituito Piconese con il figlio Gabriele, peraltro sindaco di Patù. Appare in tutta la sua evidenza come questa operazione non abbia nulla di politico, ma risponda esclusivamente alla volontà di sistemare non soltanto i fedelissimi, ma addirittura i parenti stretti. Se non è familismo amorale questo…E’ chiaro che io a questo gioco non potevo starci. E questa robaccia ha fatto venire meno, oltre alle mie motivazioni ideali, anche, a cascata, quella di molti altri soggetti politicamente riconoscibili, i quali hanno rinunciato alla candidatura di servizio che avevamo messo in piedi per dare un contributo ancora più concreto”.
BrindisiOggi
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