Ludopatia, Brindisi quinta in Italia, il Sert: “Dati solo parziali, in tanti non si fanno aiutare”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) La città di Brindisi è al quinto posto in Italia per dipendenza dal gioco d’azzardo, lo raccontano le statistiche, qui si gioca molto di più che in tante altre città di Italia. Non sarà quindi un caso se il nostro Comune è stato scelto quale Comune campione per uno studio sulla ludopatia e gli effetti del gioco d’azzardo. Brindisi tra i 218 Comuni nei quali l’Istituto Superiore della Sanità sta conducendo un’indagine conoscitiva per disegnare la dimensione del fenomeno e stimarne l’impatto sulla salute pubblica. Il paradosso, da un lato lo Stato sostiene il gioco del Lotto, le lotterie istantanee ed autorizza la presenza delle slot machine all’interno degli esercizi commerciali, dall’altro si preoccupa di conoscere lo stato di salute dei cittadini che spesso e volentieri si lasciano trascinare dalla febbre del gioco. Questo studio rientra in un progetto denominato “Il gioco d’azzardo in Italia: ricerca, formazione ed informazione”  è commissionato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore della Sanità si occuperà quindi di realizzare una serie di interviste su di un campione, circa 12mila unità,  di uomini e donne maggiorenni. Le interviste ad un campione di 68 residenti adulti (18 anni e più) cominciate effettuate indicativamente nel periodo Luglio 2017 e termineranno Gennaio 2018, mentre il termine della ricerca, con la predisposizione del rapporto conclusivo dello studio, è previsto per il mese di Marzo 2018. I cittadini selezionati per l’intervista, hanno ricevuto una lettera di invito a partecipare al progetto, con sufficiente anticipo in modo da poter realizzare l’intervista al proprio domicilio da parte di personale accreditato e specificamente formato; al fine di una maggior tutela dei cittadini coinvolti nello studio, il nominativo dell’operatore deputato alla rilevazione è stato comunicato al Comando di Polizia Municipale del Comune stesso.

Ad oggi lo dice anche il Sert, dipartimento per le dipendenze della Asl di Brindisi, sono circa novanta i casi acclarati, ma come dice il direttore responsabile, il dottor Francesco Catalucci: “Questa è solo la punta dell’iceberg”.

I novanta pazienti in cura al Sert di Brindisi, che copre tutta la provincia, sono solo una parte di questo immenso fenomeno. “La ludopadia ha un sommerso incredibile- dice Catalucci- per il quale fare una stima è molto difficile. Di una cosa siamo consapevoli, in questi anni i numeri sono cresciuti in modo esponenziale”.

La ludopatia è un disturbo riconosciuto dal servizio sanitario solo da qualche anno, circa quattro anni per essere precisi, per cui il lavoro svolto dal Sert è relativamente nuovo. “Siamo solo all’inizio e non siamo i soli ad operare in questo senso. Ci sono le associazioni che ci danno una grossa mano, ad esempio quella dei Giocatori Anonimi- spiega il dottor Catalucci- so per certo che nei loro gruppi di ascolto ci sono circa una cinquantina di persone. E’ un percorso lungo e difficile che purtroppo non tutti portano a termine”.

Attualmente presso il Sert ci sono persone la cui media di età si aggira intorno ai 40 anni. Sono persone che per lo più hanno perso il lavoro e che hanno tentato disperatamente di cambiare la loro vita affidandola alla fortuna. Persone che hanno dilapidato tutto anche i pochi risparmi che avevano e che nei casi più gravi si sino affidati agli usurai.

Oggi molte attività commerciali hanno rinunciato alle slot machine nei loro locali, emblematico il caso dei gestori del Bar Mary in via Appia che da circa quattro anni hanno deciso di tenere fuori dal loro bar il gioco d’azzardo. La titolare, Maria Greco, raccontò che era stanca di vedere la gente rovinata a causa del gioco d’azzardo, padri di famiglia che piuttosto rinunciavano a fare la spesa ma era li nel bar a chiedere un Gratta e Vinci.

Eppure per molti imprenditori le slot machine sono un business da migliaia di euro, le macchinette infernali si trovano nelle tabaccherie, nei bar, in tutti i locali autorizzati, fanno gola ai ludopatici ma anche ai criminali che sempre più spesso rapinano i commercianti portando via le macchinette cambia soldi o svuotando le slot.

Oggi sono 17 milioni gli italiani che hanno giocato almeno una volta (fonte: Cnr) e 2,5 milioni quelli giocatori abituali e, dunque, a rischio dipendenza (anche se appena 7 mila sono in cura presso le Asl). Per lo Stato italiano si tratta di un giro d’affari da 95miliardi, ultimi dati alla mano, quello del gioco d’azzardo è l’unico settore che non subisce crisi, basti pensare che nel 2016 c’è stato un incremento del 7%, l’equivalente del 4,4% del nostro prodotto interno lordo, a conti fatti un investimento che supera persino quello che l’italiano medio fa per mangiare.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

1 Commento

  1. Salve sono ludopatico a tutti gli effetti tante volte ne sono uscito ma ogni ricaduta e ditruttima sia economica ma soprattutto mentale e qualcosa di straordinario questa è la malattia del secolo perché vi è coinvolta gente di tutta l’ età e soprattutto lo stato pur sapendo la situazione incita a giocare facendo pubblicità e credimi sono tantissime le persone coinvolte purtroppo 1giocatore compulsivo si nasconde dal problema perché spera sempre nella grossa vincita per risolvere i problemi ma nonostante accade la cosiddetta i problemi vanno a peggiorare perche non bastano mai .cioè più soldi hai più e alta la puntata. Grazie

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