Un corteo silenzioso per urlare ‘basta’ all’inquinamento/Video

BRINDISI – Un centinaio di persone con in mano un palloncino bianco, forse, in segno di speranza, hanno sfilato in un corteo lungo il corso principale di Brindisi fino ad arrivare in piazza Vittoria. Un silenzio assordante in un momento particolare come è l’Avvento. Il vento soffiava e sfiorava il viso, ma anche il cuore di chi ha voluto partecipare alla manifestazione ‘Mò basta, parliamone’ indetta dal comitato ‘Brindisi ne ha pieni i polmoni’ per affrontare, ancora una volta, il nesso che c’è tra inquinamento ambientale e malattie.

#Manifestazione “Mo basta, parliamone” indetta dal comitato ‘#Brindisi ne ha pieni i polmoni’

Nai-post ni Brindisi Oggi noong Sabado, Disyembre 23, 2017

La paura oggi è quella di svegliarsi e scoprire di avere un cancro. Una malattia che purtroppo è diventato l’incubo peggiore per tutti. In tanti, anche a Brindisi, soffrono per un caro andato via troppo in fretta a causa di questa malattia. C’è un gruppo di persone che non ci sta più al fatto di negare, secondo loro, l’evidenza che c’è tra inquinamento ambientale e malattie.

Ieri, durante la manifestazione si è urlato, con rispetto e rabbia, che è tempo di dire basta al silenzio sulla preoccupante situazione ambientale in cui versano Brindisi e alcuni paesi limitrofi.

“Questa sera purtroppo non siamo in tanti – commentano dal palco – ma mi auguro che sia solo l’inizio di un lungo percorso dove seguiranno tanti altri gruppi di persone che credono nella nostra missione”.

Attaccato al palco c’era una cartellone per ricordare Danilo Capriati, un giovane, uno sportivo, che purtroppo qualche settimana fa ha smesso di lottare contro la malattia.

“Nonostante uno stile di vita sportivo…” era scritto così sul cartellone. Ed è proprio quello che sta accadendo a Brindisi. La malattia colpisce anche chi ha sempre evidenziato uno stile di vita sano e corretto.

L’iniziativa, chiariscono dal comitato: “non cerca colpevoli nè chiusure di fabbriche e aziende perché il lavoro è un diritto e noi tutti abbiamo il dovere di difenderlo soprattutto in realtà già troppo violentate come questa. Ma, anche in virtù dei recenti studi effettuati sul territorio, riteniamo sia giunto il tempo di un confronto”.

La fotografia della situazione scattata lo scorso luglio dallo “Studio di coorte sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla mortalità e morbosità della popolazione residente a Brindisi e nei comuni limitrofi” promosso dalla Regione Puglia e condotto dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, dall’Arpa Puglia, dalla ASL Brindisi e dall’AReS Puglia, parla chiaro.

Le emissioni industriali “risultano associate ad un aumento della morbosità e della mortalità nell’area in studio”. In particolare, è stata riscontrata una relazione tra i livelli di “esposizione del passato alle polveri sottili e all’anidride solforosa di origine industriale”, prodotte dalle centrali termoelettriche Enel e dal petrolchimico di Brindisi, e la “mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie” ed “incidenza di alcune forme tumorali” come il cancro al polmone.Il report mette in evidenza che negli anni passati, quando i livelli di inquinamento delle centrali elettriche e del petrolchimico hanno raggiunto i picchi (1997), vi è stata “una associazione con la mortalità per tutti i tumori (+16%), tumori della vescica (+63%), leucemie (+115%) ed eventi coronarici acuti (+62%)”. Ed un aumento anche dei ricoveri per svariate malattie come “malformazioni congenite nel primo anno di vita”.

La situazione risulta tuttavia migliorata, “il quadro emissivo degli impianti si è modificato profondamente nel periodo 1991-2014”, spiegano gli studiosi, anche con la chiusura dell’Edipower nel 2012. Ciononostante, scrive ancora il gruppo di lavoro,“è presumibile che le persone che vivono nelle stesse aree che hanno avuto una esposizione più alta nel passato continuino a manifestare effetti sanitari in rapporto alle esposizioni pregresse”. E allora, cosa si può fare, come si può intervenire? E’ possibile continuare ad indagare e soprattutto cominciare a vigilare magari attraverso maggiori e serrati controlli sugli impianti? E la prevenzione? Che ruolo riveste e, soprattutto, quanto è accessibile a tutti?

Alla manifestazione erano presenti anche Boom Da Bash, Party Zoo Salento, Antonio Benarrivo, Flavia Pennetta, Lele Spedicato dei Negramaro, Pino Pepsee della Chop Chop Band e Mad Dopa.

Mar.De.Mi.

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