ROMA- Punto e a capo. Ritornano a casa con un nulla di fatto le istituzioni locali che questa mattina hanno partecipato alla conferenza dei servizi presso il ministero dell’Ambiente per discutere della questione bonifiche della zona industriale di Brindisi. O meglio, la richiesta presentata già un anno fa da Comune, consorzio Asi, Provincia e Regione Puglia era quella di restituire agli usi legittimi quei terreni della zona industriali che non risultano inquinati così da permettere nuovi insediamenti produttivi. Ma il ministero nonostante prima si era mostrato aperto a questa ipotesi oggi ha chiuso la porta, ritenendo non sufficienti le analisi fatte da Provincia e Arpa, richieste invece proprio dai tecnici romani meno di un anno fa.
“Il territorio di Brindisi rischia di subire ulteriori penalizzazioni a causa degli ostacoli burocratici rivenienti da un Ministero dell’Ambiente sempre meno propenso ad accogliere le sollecitazioni delle singole realtà industriali per rimettere in marcia lo sviluppo- afferma il sindaco Consales- E’ sorprendente la capacità della struttura tecnica del Ministero di fare un passo avanti e due indietro”.
Consales spiega che la situazione è tornata come era un anno fa. “Abbiamo chiesto con forza, anche sulla base degli elementi scientifici raccolti nel corso degli ultimi mesi- continua il sindaco– che si potesse stralciare la zona meridionale dell’area industriale (dove attualmente esistono solo attività agricole) dai vincoli imposti dal Sito di Interesse Nazionale (SIN). Ad ottobre dello scorso anno fu richiesta documentazione supplementare sia all’Arpa che alla Provincia, ma oggi ci è stato detto candidamente che tali carteggi sono poco più che carta straccia in quanto sono cambiate le carte in tavola. Investire a Brindisi, allo stato attuale, significa spendere il doppio o il triplo rispetto ad altre zone industriali e quindi la penalizzazione nei confronti di Brindisi è sin troppo evidente”.
Arrivati a questo punto Comune, Regione, Consorzio Asi e Provincia sostengono la necessità di giungere ad una riperimetrazione dell’area SIN attraverso cui con decreto del ministero dell’Ambiente e su richiesta della Regione si può rideterminare il perimetro del sito. “È evidente, però, che tutto questo richiede del tempo ed anche una precisa volontà politica- conclude Consales- noi siamo stanchi di aspettare che qualcuno prenda contezza della drammaticità dei problemi di Brindisi. Dico questo avendo stampata negli occhi l’immagine di quei lavoratori dell’indotto della centrale Edipower appesi per giorni a 70 metri d’altezza, su un nastro trasportatore. Oggi più che mai, quindi, Regione, Enti locali, organizzazioni imprenditoriali e sindacali devono fare fronte comune perché il governo si impegni a risolvere politicamente questo problema con una ridefinizione degli interventi di bonifica necessari nel sito industriale brindisino. Con l’assessore regionale Nicastro e con il Presidente Rollo abbiamo concordato di chiedere immediatamente un incontro al ministro Clini perché ci si ponga con urgenza il problema Brindisi prima che i processi di crisi economica ed occupazionale raggiungano livelli intollerabili”.
Brindisioggi
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