BRINDISI- (Da IL7 Magazine)Francesca ha una bimba e un marito gravemente malato, Valentino non ha famiglia e neppure un lavoro, Natale è il più giovane di tutti, anche lui è solo, ma ha tanta buona volontà e si guadagna la giornata. Sono solo alcune delle storie che incontri bussando alle porte delle vecchie aule trasformate in abitazioni all’interno della scuola elementare in via Sele al quartiere Perrino di Brindisi.
Tra qualche giorno sarà Natale e per le venti persone che abitano in questa struttura sarà un Natale solitario, senza grandi festeggiamenti, senza riscaldamento tra l’umidità e il silenzio di queste mura. Li chiamano abusivi e per questo sulla carta non hanno diritti, ma il Comune li conosce bene e conosce ogni singola storia. Come quella di Francesca che da anni aspetta di poter dare una casa vera alla sua bambina, ogni anno spera che sia quello giusto ma quello giusto non arriva mai e più si va avanti e più la situazione peggiora perché Francesca oltre ad occuparsi della sua piccola deve anche fare i conti con la grave malattia del marito. “La prossima settimana dovrà fare un altro ciclo di chemio- racconta- e poi ancora altre analisi. Non sappiamo cosa succederà”. Francesca è una donna minuta, ha un viso dolce ma nasconde tanta forza, la forza della disperazione, da due anni vive con la sua famiglia in quella scuola in via Sele. “Non è facile stare qui con una bimba- dice- i bagni sono in fondo al corridoio al pian terreno. Lavarsi è complicato”. Nello stabile vi sono sette aule al pian terreno, altre sette al primo piano e una stanza un po’ più grande all’ultimo piano dove vive Francesca con la sua famiglia. Tutte le aule sono occupate, c’è persino una giovane coppia in attesa di un bimbo che nascerà tra qualche settimana.
“Ho chiesto tante volte una casa al Comune- dice Francesca- ho fatto la domanda e ogni volta che è cambiato il sindaco hanno annullato la graduatoria e abbiamo dovuto ripresentare i documenti”.
Ha fatto domanda per una casa anche Valentino, 48 anni specializzato in metalmeccanica ma senza un lavoro. “Sono solo, prima di arrivare qui ho dormito per otto mesi nella stazione e nessuno si è preoccupato. Mi hanno visto ma si sono girati dall’altra parte”. Valentino quando mostra dove vive si scusa per le condizioni di quella che lui chiama “casa” ma non ha altro e tutto sommato tra vivere in stazione e abitare nell’aula di una scuola, la seconda sembra la scelta migliore. “Io non vorrei proprio stare così- dice- se avessi avuto un lavoro avrei pagato l’affitto e ora non sarei qui a fare l’abusivo”. La vita di Valentino non è sempre stata così difficile, c’è stato un tempo in cui lavorava, aveva uno stipendio e un tetto dignitoso sotto cui stare. “Per vent’anni ho lavorato fuori- racconta- non avevo problemi poi le cose in fabbrica hanno cominciato ad andare male e mi hanno licenziato. Sono tornato a Brindisi pensando di poter trovare lavoro qui ma niente. Ho pensato anche di tornare su ma ho 48 anni e non ho soldi, chi mi da un lavoro”. Così Valentino si arrangia, vive la giornata, è un operaio metalmeccanico specializzato ma non disdegnerebbe di fare altri lavori, si accontenterebbe di poter guadagnare il necessario per poter vivere e soprattutto non fare “l’abusivo”.
“A volte penso che forse è stato un bene non avere una famiglia, una moglie e dei figli- dice con un velo di tristezza- che vita avrebbero potuto fare qui”.
Spera di essere solo di passaggio, invece, Natale, 27 anni, l’ultimo arrivato in questo “condominio fai da te”. Natale è giovane e ha grinta da vendere, si trova in via Sele perché al momento non ha altro posto dove andare. “Se tutto va bene-dice- forse riesco a trovare un lavoro su e me ne vado. Sono uno che non sta con le mani in mano”.
Natale in questo momento si guadagna da vivere vendendo le caldarroste, è una soluzione temporanea ma riesce a guadagnare con dignità quel poco che gli serve per mangiare.
“Qui c’è tanta umidità, fa freddo- racconta- Valentino mi ha prestato una piccola stufetta, il tempo di riscaldare la stanza e poi la restituisco. I bagni sono in comune, ma non abbiamo altro. In verità vorrei poter fare qualcosa non tanto per me che alla fine so che andrò via presto da qui ma per loro che rimangono. Prima di andare via mi piacerebbe aver dato una mano”.
In questa scuola la gente si aiuta l’una con l’altra, la disoccupazione, la malattia, la fame diventano un po’ i problemi di tutti, ma la situazione precipita quando qualcuno parla di sgombero coatto.
“Ci hanno detto che a gennaio ci sarà lo sgombero, ci manderanno via- dice Francesca- non ci posso credere, dove vado, io non mi muovo”. La notizia arriva dagli uffici del Comune di Brindisi, i vigili urbani hanno verbalizzato più volte la presenza di queste persone al’interno della scuola, il Comune vorrebbe fare uscire gli abusivi dalla struttura e chiuderla ma il problema resta. Che fine dovrebbero fare queste persone se non si da loro un’alternativa?
“Non non ci muoviamo da qui, o tutti o nessuno- dice Natale- io sono con queste famiglie. Piuttosto ci chiudiamo dentro”.
Lucia Pezzuto per IL7Magazine
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