BRINDISI – I diversi volti della violenza: violenza domestica e violenza assistita contro le donne: è questo il tema che sarà sviluppato durante un incontro pubblico che si svolgerà domani 21 novembre nella scuola secondaria di primo grado di via Mantegna al quartiere Sant’Elia a Brindisi. L’evento, che rientra nelle manifestazioni per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, è stato fortemente voluto dal dirigente scolastico, Lucia Portolano, ed inizierà alle 17 nell’Aula magna dell’istituto.
Parlare di violenza di genere non è certo un compito semplice in quanto costituisce un fenomeno composito e multiforme, le cui manifestazioni non si presentano quasi mai separate. Violenza fisica, psicologica, economica sono forme diverse di quello che è la violenza domestica, un fenomeno vasto e diffuso, ma ancora sottovalutato e sottostimato, che in Italia vede coinvolta una donna su tre nel corso della propria vita, attraversando tutte le fasce sociali e d’età, da nord a sud della penisola.
È impressionante pensare che la casa, il luogo che dovrebbe proteggerci e farci sentire al sicuro, è lo scenario in cui si consuma l’80% dei casi di violenza.
Alla conferenza, organizzata con il patrocinio della Fondazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) e dell’Associazione EMDR Italia, specializzata nel trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress traumatico, interverranno il procuratore di Brindisi Antonio De Donno, Alessandro Taurino docente di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Bari, Barbara Palaia, Psicologa e Psicoterapeuta e Roberto Comunale, Operatore del Centro Crisalide e Referente CSMAI di Puglia e Basilicata.
La cronaca attuale mostra, infatti, come la violenza, in particolare la violenza di genere, stia sempre più assumendo le caratteristiche di fenomeni intrafamiliari, che spesso restano anche segreti o poco visibili. Vittime principali le donne ma anche i bambini, spesso testimoni inosservati.
La violenza domestica è una tipologia di maltrattamento che coinvolge tutti i membri della famiglia: “l’atto” violento ha ripercussioni non solo sulla coppia all’interno della quale si verifica la relazione violenta, ma su tutto il nucleo familiare. Ecco perché accanto alla violenza domestica si parlerà di violenza assistita. Numerosi studi dimostrano che l’assistere alla violenza domestica possa compromettere lo sviluppo del bambino, sottolineando le aree maggiormente danneggiate: legame di attaccamento, adattamento e competenze sociali, problemi comportamentali, abilità cognitive e problem solving, apprendimento scolastico.
In situazioni familiari violente i bambini possono anche apprendere che l’uso della violenza è normale nelle relazioni affettive; di conseguenza, potrebbero imparare il disprezzo per le donne e per le persone viste come più deboli, sviluppando modalità aggressive e centrate sull’esercizio del potere nella relazione.
L’incontro, moderato dalla giornalista Lucia Portolano, direttore di BrindisiOggi, sarà l’occasione per riflettere su questi temi secondo specifiche angolazioni. Il procuratore De Donno si occuperà degli aspetti legislativi, sociali e giuridici del fenomeno, facendo il punto sulla legge sul femminicidio a quattro anni dalla sua applicazione. Il prof. Taurino si soffermerà sulle donne vittime di violenze mentre la dott.ssa Palaia analizzerà le caratteristiche e le motivazioni dell’uomo violento e della violenza nelle relazioni intime. Il dott. Comunale, infine, porterà l’esperienza del Centro Antiviolenza di Brindisi attivo sul territorio dal 1999.
Ad impreziosire la serata alcuni monologhi teatrali a cura del gruppo teatro Oratorio Centro Giovanile Salesiani.
La violenza di genere non è solo un problema inerente alla sicurezza ed incolumità fisica e psicologica delle donne e dei minori che vi assistono. È un problema culturale -e in quanto tale appartiene a tutti, non solo alla donna- capace di infiltrarsi subdolamente in tutte le sfaccettature della vita. Rappresenta, dunque, una gravissima violazione dei diritti fondamentali: quelli alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla dignità, all’integrità fisica e mentale, all’uguaglianza tra i sessi.
“Proprio per questa ragione -sostiene la Dirigente prof.ssa Lucia Portolano- è importante investire sul futuro con una scuola che educhi alla parità di genere. Perché se la violenza è un segno, e come tale va analizzato nelle sue complesse implicazioni sociali, economiche e politiche, non bisogna trascurare l’aspetto educativo. Stereotipi, giustificazioni, qualunquismo possono essere contrastati con l’educazione all’affettività, alla sessualità, alla tolleranza, all’inclusione, alla non violenza. Occorre insegnare che le relazioni umane, e a maggior ragione quelle relative a un contesto di intimità familiare, si fondano sull’empatia, sul rispetto reciproco, sullo scambio costruttivo di esperienze e opinioni”.
BrindisiOggi
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