BRINDISI- Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Antonio Borromeo e Antonio Lagatta, i due giovani accusati di essere coinvolti nelle sparatorie e nelle gambizzazioni che per circa due mesi hanno gettato nello scompiglio la città di Brindisi.
Gli interrogatori si sono svolti in carcere davanti al pm Paola Liaci, Borromeo e Lagatta erano assistiti rispettivamente dagli avvocati Laura Beltrami e Cinzia Cavallo. Al termine dell’interrogatorio il giudice ha disposto la misura cautelare in carcere. Ora gli avvocati presenteranno ricorso al Tribunale del Riesame.
Borromeo e Lagatta sono in carcere da martedì scorso i carabinieri li hanno identificati quali presunti autori di una serie di episodi criminosi. In particolare a Borromeo è stata contestata la sparatoria del 13 settembre quando in Piazza Raffaello, al quartiere Sant’Elia di Brindisi, quando furono esplosi diversi colpi di pistola e kalashnikov contro il balcone di una abitazione ed il portone di un condominio dopo abita Christian Ferrari, un conflitto a fuoco che segna l’inizio della faida. Non solo sempre a Borromeo è contestato anche il ferimento di Christian Ferri, il giovane 29enne, gambizzato la notte del 4 novembre tra il quartiere Sant’Elia e la statale Brindisi-Lecce. In quell’occasione le forze dell’ordine rivelano che ci fu un inseguimento a piedi. Ad Antonio Lagatta, invece, viene contestata la sparatoria del 14 ottobre quando un cecchino esplose tre colpi di pistola contro una vettura in corsa nei pressi di via Leonardo Da Vinci, a pochi passi dai campetti di calcio. Sempre a Lagatta è contestata la tentata rapina del 29 ottobre ai danni di un giovane a bordo di una Mini Cooper in via Don Minzoni al quartiere Cappuccini, oltre all’esplosione di altri colpi di pistola legati ad episodi non resi noti.
Nel frattempo proseguono le ricerche del terzo uomo destinatario di fermo indiziario di delitto anche lui ritenuto coinvolto nelle sparatorie e in particolare ritenuto vicino alla fazione di Lagatta.
Lu.Pez.
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