BRINDISI – “Stiamo applicando le linee guida regionali del 2015 riguardanti l’assistenza domiciliare. Siamo anche in ritardo di due anni, ma ci stiamo solo adeguando alle disposizioni della Regione Puglia, ma stiamo firmando una deroga per i pazienti gravi e affetti da Sla”. E’ quanto dichiara Giuseppe Pasqualone (foto di copertina), direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Brindisi in risposta all’articolo pubblicato ieri (1 novembre) su BrindisiOggi.it sulla denuncia di un papà con un figlio disabile grave sui tagli dell’assistenza domiciliare.
Da qualche settimana, infatti, i Distretti sanitari della provincia di Brindisi si stanno muovendo per rispettare la normativa regionale sull’assistenza domiciliare per disabili. Queste nuove direttive però stanno mettendo in serie difficoltà le famiglie che hanno figli con disabilità. In alcuni casi le ore di assistenza dovrebbero essere addirittura dimezzate.
I genitori sono sul piede di guerra perché ancora una volta le nuove disposizioni metterebbero in ginocchio la situazione del disabile.
“Il problema – sottolinea Massimo D’Apolito, padre di un bambino di sei anni e mezzo con disabilità di terzo livello – è che mio figlio ha avuto fino ad ora tre ore di assistenza. Con i tagli arriveremmo ad averne la metà. Ciò significa che in quei pochissimi minuti non si ha nemmeno il tempo ad eseguire il minimo indispensabile. Questo è sconvolgente per noi”.
Massimo D’Apolito insieme a sua moglie Catia non si staccano nemmeno un secondo dal loro figlioletto. Il piccolo ha bisogno di un’assistenza di 24ore.
“Mio figlio è un disabile grave, di terzo livello, e Pasqualone così come tutti i dirigenti della Asl di Brindisi conoscono perfettamente. Io mi chiedo perché un disabile con le stesse problematiche di mio figlio a Bari o a Lecce possa ricevere anche un’assistenza domiciliare che copre l’intera giornata mentre noi stiamo lottando per mantenere solo 3 ore? Io chiedo un incontro urgente con il dottor Pasqualone perché, così come tanti altri genitori in provincia di Brindisi, non ce la facciamo più, abbiamo bisogno di operatori che ci aiutino, noi stiamo chiedendo solo assistenza per i nostri bambini che hanno gli stessi diritti degli altri”.
Pasqualone, inoltre, ha annunciato che “nei prossimi giorni sarà firmato un provvedimento di deroga con il quale si predispone l’assistenza domiciliare nei pazienti con disabilità grave e per i malati di Sla”. La deroga segue le disposizioni regionali per tutti i distretti sanitari, compresi quelli di Brindisi e quindi, stando a quanto dichiarato dal direttore generale, non ci dovrebbero essere modifiche sulle ore di assistenza per i malati gravi e per i casi di Sla.
“Da lunedì le famiglie con disabili gravi manterranno le stesse ore di assistenza che avevano in precedenza” assicura Pasqualone.
Il papà latianese non molla e vuole incontrare il direttore generale della Asl per avere ulteriori chiarimenti e poi esporgli una altra problematica: “Noi famiglie che facciamo capo al Distretto di Mesagne abbiamo un altro problema. Non ci sentiamo capiti e ne compresi, anzi a volte derisi, dal dirigente del nostro distretto. Qualche giorno fa addirittura rivolgendosi ad alcuni genitori, i quali lamentavano i tagli all’assistenza del proprio figlio disabile, che ‘in un’ora si riesce a lavare anche un cavallo’. Queste parole per noi sono inammissibili. Un dirigente che opera in un ufficio come quello e che deve affrontare le gravi problematiche delle famiglie con figli disabili non potrebbe e non dovrebbe rivolgersi così ad una mamma ed un papà. E’ arrivato il momento di dire basta anche a questi comportamenti arroganti”.
Massimo D’Apolito, che si fa portavoce anche di tante altre famiglie brindisine, non vuole altre promesse, ma adesso vuole che siano rispettati uguali regole per tutti i bambini disabili e per le loro famiglie.
Della stessa opinione è anche Maria Rosaria Passato, presidente provinciale Aisla. Passaro, infatti, nei giorni scorsi ha inviato a Giuseppe Pasqualone una missiva dove rivendica i tagli all’assistenza domiciliare anche per i malati di Sla.
“Quello che sta scatenando una bufera in queste ore – si legge nella lettera – è la riduzione delle ore di assistenza domiciliare a soli 90 minuti a tutti quei pazienti ad alta complessità assistenziale. Non parlo solo per i pazienti affetti da Sla, ma anche dei tantissimi malati in condizioni di disabilità gravissima., compresi i bambini”.
Le famiglie con i proprio figli disabili si sentono abbandonati da tutti e soprattutto da coloro che invece dovrebbero aiutarli ad affrontare al meglio la quotidianità.
Maristella De Michele
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