BRINDISI- Ambientalisti e agricoltori contro la Centrale Enel di Cerano: ” Chiudetela e bonifichiamo”. Protesta questo pomeriggio davanti ai cancelli della centrale Enel Federico II di Cerano, le associazioni ambientaliste di Brindisi, Lecce e Taranto e gli stessi agricoltori si sono ritrovati a fare fronte unico. Con striscioni e trattori per chiedere la chiusura della centrale convinti che in questi anni abbia solo danneggiato la salute dei cittadini.
“Non sono necessarie le indagini epidemiologiche per capire che la centrale porta morte- dicono i No al Carbone- la centrale di Cerano va chiusa per il bene di tutti. Gli operai che oggi lavorano qui potranno essere impiegati nella dismissione e nella bonifica dell’impianto”.
Gianluca Maggiore – No al Carbone
Nai-post ni Brindisi Oggi noong Sabado, Oktubre 28, 2017
Oltre i No al Carbone, questo pomeriggio vi erano associazioni ambientaliste prov
enienti anche da Taranto e Lecce, c’era i bambini, il futuro del territorio, e anche qualche agricoltore che è stato espropriato dalla sua terra, che ha perso la sua attività, persino i suoi figli, racconta, sono fuggiti via.
“Questo straccio nero- dice l’uomo- è quello che mi resta. Dicono che abbiamo vinto contro l’Enel ma io non ho mai avuto nessun risarcimento. Qui si muore”.
Agricoltori in protesta davanti alla centrale Enel Federico II di Cerano
Nai-post ni Brindisi Oggi noong Sabado, Oktubre 28, 2017
Erano circa 200 e sino all’imbrunire hanno continuato e gridare la loro rabbia soprattutto ora che proprio la centrale Enel è finita nell’occhio del ciclone, un’inchiesta giudiziaria che getta ombre anche sulle ceneri.
Protesta No al Carbone davanti alla centrale Enel Federico II di Cerano
Nai-post ni Brindisi Oggi noong Sabado, Oktubre 28, 2017
Ho letto su altro sito che la cittadinanza è poco presente o addirittura assente da queste proteste/manifestazioni, ma lo sanno questi signori che la gran parte delle famiglie brindisine lavorano nella centrale e per la centrale?
Personalmente non ho mai letto o sentito parlare queste persone di chiudere la centrale ma prima pensare a ricollocare i brindisini che vivono della centrale, sopratutto i dipendenti che lavorano nelle ditte in subappalto ( i dipendenti Enel sono più garantiti).
Mi viene da pensare che quelli del no al carbone, son o disoccupati o figli di papà……..
Ultima cosa, i dipendenti delle ditte in subappalto, da subito, devono avere la garanzia dalla politica, di continuare a lavorare per Enel fino alla chiusura prevista nel 2030.
Basta con gli appalti di 1/2 anni, siamo stanchi.
Qui si sta rischiando di avere un problema sociale di proporzioni bibliche, altro che chiudere la centrale subito, fateci dormire la notte almeno fino al 2030, in modo da andare, forse, in pensione.
Nel frattempo la politica si adoperi per trovare soluzioni lavorative per i dipendenti.
Sono d’accordo, sembra che a loro non importi nulla dei dipendenti.
La mia personale idea è di garantire, come dici tu, continuità lavorativa, indipendentemente da come si chiamerà la ditta che vincerà l’appalto, al personale attualmente in forza nelle varie ditte e obbligare alle ditte subentranti di assumere il personale ora impiegato, senza assumerne altro, fino alla chiusura della centrale, in modo da garantire altri 13 anni di lavoro ai dipendenti.
Nel frattempo le ditte potrebbero sostituire chi va in pensione in questi 13 anni, assumendo altro personale a tempo determinato.
Secondo me, questo è l’unico modo di non creare altri disoccupati e far lavorare altri giovani.