BRINDISI- Si è chiuso domenica sera l’evento Appia Antica 2017 svoltosi a Palazzo Nervegna organizzato dall’associazione culturale Virgilio. Nuovi spunti di riflessione e interpretazioni storiche della vita dei monumenti cittadini. Alla luce anche di una loro rivalutazione.
L’associazione Virgilio termina così l’evento di presentazione dei progetti territoriali indirizzati alla riqualificazione e alla valorizzazione della città, attraverso l’identificazione e la ricostruzione della via Appia Antica “dentro le mura”. Un progetto ambizioso che viene esteso al territorio nazionale, prevedendo un evento con partenza da Roma e che coinvolge tutti i comuni delle città che si trovano sulla Antica Via Consolare, la più importante via del periodo romano. Il progetto presentato in una sintesi esplicativa, ha visto il supporto di alcuni giovani laureandi che hanno presentato le loro idee sulle strutture abbandonate e in attesa di urgente intervento restaurativo, come il Castello Alfonsino ridotto a “rudere” da incompetenza e incomprensibile leggerezza da parte delle autorità che lo dovrebbero tutelare.
Nel corso della seconda serata, che vedeva l’esposizione del secondo progetto territoriale intitolato: “la Ricostruzione delle Colonne del porto di Brindisi”; venivano annunciate nuove e coinvolgenti ipotesi-studio, sulle tante domande che affliggono i cittadini e anche gli addetti ai lavori. La prima è quella di aver ristretto un “range’ di possibile costruzione delle Colonne ad “un paio di anni” in epoca “Severiana”, descrivendone caratteristiche architettoniche specifiche e congruenti con l’epoca romana in questione. Questo studio particolare che ha condotto l’architetto David Napolitano, esperto internazionale di Architettura classica, chiarisce “l’assoluta” fattibilità della ricostruzione dal punto di vista architettonico, proponendo diverse possibilità rivolte alle autorità che “dovrebbero”, secondo lui, risolvere al più presto. L’architetto Napolitano ha consegnato all’associazione VIRGILIO tutto lo studio sulle Colonne di Brindisi rivolto al suo “Ricomponimento”.
Il presidente dell’associazione VIRGILIO, Stefano Erario ha relazionato con tesi, supportate da tecnici e ricercatori, sulle cause della caduta di una delle due Colonne, ancora visibilmente in questo stato. Erario descrive attentamente le vicende storiche di quei giorni del 1528, anno della “caduta” di una delle Colonne, ricostruendo minuziosamente tutte le vicende riguardanti “Carlo V e le Leghe sante”, vicende che all’epoca videro coinvolta la città di Brindisi, essendo questa “sotto il dominio del regno” Spagnolo. Nonostante l’assenza di documenti “ufficiali”, ma supportato dalle diverse “storiografie”, Erario ipotizza: “ che le Colonne furono bombardate da “fuoco amico” e cioè dagli spagnoli stessi che dal castello di mare sparavano sulla città, distruggendo case e “monumenti” (storiografia cittadina), per aver frainteso la posizione degli alleati, credendoli a favore degli invasori, entrati in città da terra, quei veneziani e soci “santificati” che invece, uccisero e usarono violenze ai residenti dell’epoca, saccheggiando e distruggendo i nostri beni. Compresi i nostri Monumenti.”
Il presidente Erario mostra, secondo la sua ricostruzione, i “segni” sulla Colonna “restante”, e ancora visibili nonostante i diversi interventi di restauro condotti negli ultimi 100 anni.
Per Erario le Colonne furono bombardate il 20 novembre del 1528.
Il presidente di Virgilio ha concluso mostrando l’importanza del monumento, Araldica della città di Brindisi, paragonando il capitello, a quel più famoso “zodiaco egizio di Dendera” che, a differenza di quest’ultimo, è visibile nelle tre dimensioni.
BrindisiOggi
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