BRINDISI- (da Il7 Magazine) Per ora resterà solo un sogno. Se qualcuno aveva immaginato di celebrare il proprio matrimonio sulla sabbia a due passi dal mare, o sotto un romantico uliveto o in un’antica masseria rurale, dovrà cambiare idea. Il commissario prefettizio del Comune di Brindisi Santi Giuffrè ha annullato la delibera con la quale la precedente amministrazione comunale autorizzava la celebrazione di matrimoni con rito civile in immobili esterni e privati.
Erano state le istanze presentate da diversi operatori locali e dai cittadini a far adottare alla precedente amministrazione guidata da Angela Carluccio la delibera con la quale si autorizzava la possibilità di svolgere il proprio matrimonio in luoghi privati che dovevano però essere riconosciuti come “casa comunale”. La Prefettura infatti prevede che i matrimoni civili possano celebrarsi solo nella casa comunale. E quindi per ottenere questo riconoscimento bisognava istituire in questi luoghi un ufficio separato di stato civile.
Sulla base di quella delibera la struttura comunale aveva redatto un avviso pubblico per dare l’opportunità alle diverse strutture ricettive di candidarsi per ottenere il riconoscimento ad ospitare la celebrazione delle nozze. L’avviso era pronto il 10 agosto scorso, mancava solo il via libera del commissario, al quale però l’idea di aprire al privato non è piaciuta. Tanto da bloccare tutto, firmare una nuova delibera e cancellare la precedente.
Il nuovo atto commissariale prevede la possibilità di sposarsi solo negli immobili gestiti dal Comune. Rispetto al passato però sono stata date nuove opzioni. I futuri sposi possono scegliere non solo le stanze di palazzo di città adibite per l’occasione (sala matrimoni e sala Mario Marino Guadalupi) ma anche le stanze degli altri contenitori storici e culturali di proprietà del Comune.
Stando alle nuove disposizioni la coppia può scegliere anche di convolare a nozze nella sala di Palazzo Granafei Nervegna, nell’ ex Corte D’assise, nell’ex convento Santa Chiara, nell’ex convento delle Scuole Pie, nel Bastione di San Giacomo, a Porta Lecce, a Porta Napoli, nella palazzina del Belvedere, nella Casa del Turista, nel tempio di San Giovanni al Sepolcro, nel monumento al Marinaio e a palazzo Guerrieri. La quota da pagare per gli sposi brindisini è di 200 euro, mentre per chi ha la residenza fuori città la somma sala a 300 euro. E’ gratis invece la scarna sala del primo piano degli uffici comunali.
L’avviso pubblico, bocciato dal commissario, prevedeva che i locali privati candidati per la celebrazioni di matrimoni avessero particolari requisiti e stabiliva una convenzione con il Comune di Brindisi che avrebbe mandato i suoi pubblici ufficiali a officiare le nozze.
Delusi gli operatori privati che avevano visto il provvedimento della giunta Carluccio come una rivoluzione anche turistica in una regione, come la Puglia, diventata ormai la location ideali per matrimoni vip. La doccia fredda per i titolati dei locali arriva proprio a pochi giorni in cui la Puglia è finita sulle cronache internazionali per aver ospitato sulla spiaggia di Monopoli il matrimonio della figlia del più ricco immobiliarista degli Stati Uniti d’America Jeff Sutton. La cerimonia, con rito ebraico, è stata celebrata su una piattaforma installata sul mare.
“E’ una vera e propria delusione – afferma Massimiliano Di Cicco, titolare del lido Guna Beach ad Apani di Brindisi – avevamo più volte sollecitato l’amministrazione comunale ad aprire ai privati e finalmente qualcosa si era mosso. Non è concepibile questa decisione del commissario mentre si tenta a tutti i costi di investire nel turismo in Puglia. Sto molto apprezzando il lavoro del commissario ma questa è una decisione controtendenza, inspiegabile”.
Sono diversi i Comuni che in Italia hanno deciso di aprire all’esterno, molti in Puglia hanno avviato l’iter. “Abbiamo avuto numerose richieste per la nostra struttura- spiega Di Cicco – per ora sulla nostra spiaggia abbiamo organizzato solo cerimonie con rito simbolico. Abbiamo perso due matrimoni in questa stagione perché ancora la delibera non era diventata esecutiva, ma oggi si chiude questa opportunità.”
Il Guna lo scorso anno aveva ospitato la festa pre matrimonio di Cristel Carrisi e il milionario Davor Luksik,
Di Cicco non è l’unico operatore interessato a questo business, richieste erano state avanzate anche dai titolari di alcune masserie del posto che ora chiedono un dietro front al commissario prefettizio. “Sarebbe stata un’opportunità per tutto il territorio – aggiunge l’imprenditore – perché avremmo puntato su un turismo internazionale e avremmo portato anche delle risorse alle casse comunali”.
Lucia Portolano
(Per Il7 Magazine)
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