BRINDISI- Fermato un 46enne per l’accoltellamento al quartiere Bozzano la notte del 19 agosto scorso. I Carabinieri del Nor della Compagni di Brindisi hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso dal pubblico ministero Milto Stefano De Nozza, nei confronti di Antonio GIGLIO, 46 anni, residente a Brindisi accusato di tentato omicidio volontario.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri Giglio avrebbe ferito con un coltello al viso e alla gola Francesco MARGHERITO, 39 anni di Brindisi. “Io questo lo ammazzo, io lo devo uccidere”, avrebbe detto durante il ferimento.
Le indagini condotte dai Carabinieri, sin dai primi momenti dell’evento, hanno consentito di raccogliere una serie di elementi utili a ricostruire il tentato omicidio e giungere all’identificazione del colpevole. A sostenere l’accusa vi è quanto evidenziato dal verbale del Pronto Soccorso, che attesta che le lesioni subite dalla vittima; le immagini registrate dal sistema di video sorveglianza installato all’interno di un esercizio pubblico del luogo; le annotazioni di servizio e le informazioni raccolte dai militari del citato NOR.
Il 19 agosto, Giglio avrebbe raggiunto velocemente alle spalle Margherito che era intento a dialogare con due ragazze nei pressi del bar Eden al quartiere Bozzano.
L’aggressore, subito dopo il fatto, si è dato precipitosamente alla fuga, mentre MARGHERITO è stato trasportato da due amici che erano presenti durante l’aggressione all’Ospedale Perrino di Brindisi. La vittima noto ultras del Brindisi è stato operato, la sua prognosi è stata di 15 giorni. Fortunatamente non era in gravi condizioni nonostante avesse perso molto sangue.
Sul luogo del ferimento i carabinieri hanno trovato un’auto completamente piena di sangue. Una scena da film dell’orrore. La vittima ha sempre fornito una versione dell’accaduto vaga e inverosimile, affermando di essere caduto nei pressi di un lido del lungomare e aver impattato accidentalmente contro “un ferro”.
Giglio è già noto alle forze dell’ordine-
Alla base del ferimento una vendetta da parte di Giglio per alcuni dissidi sulla vita privata avvenuti diversi anni fa. Giglio avrebbe dichiarato che Margherito avrebbe sparato anni fa contro la sia auto. Ma la vicenda al momento non trova riscontro.
Fondamentali, ancora una volta, sono state le immagini raccolte dall’impianto di video sorveglianza che contribuisce a riscontrare l’identificazione del GIGLIO quale autore dei fatti, presente all’interno dell’esercizio pubblico pochi minuti prima del ferimento.
GIGLIO, dopo le formalità di rito è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
BrindisiOggi
Commenta per primo