BRINDISI- (Dal settimanale Il7 Magazine) “Sono un parroco, non sono un organizzatore di eventi. E’ bene che si sappia, certe dinamiche vanno messe al loro posto e ciascuno deve fare la sua parte” così Padre Francesco Rutigliano, parroco della Chiesa Ave Maris Stella mette la parola fine, dopo mezzo secolo, ai festeggiamenti civili per la Madonna del Casale a Brindisi. Niente bancarelle, niente fuochi e neppure le luminarie lungo via Duca degli Abruzzi, se non nell’area prospiciente la chiesa. Padre Francesco interrompe una tradizione lunga quasi cinquanta anni, ossia quella di accompagnare ai riti religiosi, che ovviamente non mancheranno, anche le iniziative più comunemente profane, le bancarelle dei ninnoli, quelle dei dolci e dei piatti ma anche i fuochi d’artificio che segnano il clou della manifestazione.
“Non era proprio possibile organizzare queste iniziative in così poco tempo e rispettare quelle che sono le disposizioni della circolare Gabrielli. Bisogna rispettare le disposizioni- dice Padre Francesco- ed io non me la sentivo di assumermi una simile responsabilità”.
Padre Francesco si occupa della parrocchia dell’Ave Maris Stella da due anni, lo scorso anno quando si è svolta la festa gran parte delle iniziative erano state prese incarico da un gruppo di volenterosi cittadini che anche negli anni precedenti avevano organizzato la distribuzione degli spazi, preso gli accordi con i commercianti per le bancarelle e seguito passo per passo lo svolgimento dell’evento.
“Abbiamo un consiglio pastorale di cui fanno parte avvocati, commercialisti, persone che hanno a cuore questo quartiere- racconta ancora il prelato- a luglio siamo andati anche in questura, ci siamo rivolti allo sportello Eventi, lo sportello dedicato proprio a chi vuole organizzare le manifestazioni seguendo la normativa. Ci siamo resi conto che oggi fare queste cose è un impegno e una responsabilità importante. Qui non abbiamo un comitato feste patronali, siamo solo un quartiere e la responsabilità sarebbe solo mia. Così non ci sono i presupposti per garantire il regolare svolgimento dei festeggiamenti civili”.
La Festa della Madonna del Casale è in programma dall’8 al 10 settembre, tradizionalmente si svolge la settimana successiva a quella della Festa dedicata ai Santi Patroni, San Teodoro e San Lorenzo. La Festa della Madonna del Casale chiude in qualche modo l’estate perché è l’ultimo evento in programma prima che ricominci la scuola.
“La festa dell’Ave Maris Stella- aggiunge ancora il parroco Padre Francesco Rutigliano -rimane il momento di maggior coinvolgimento della comunità casalina e quest’anno, pur non essendoci le condizioni di festeggiare esternamente secondo consuetudine, abbiamo conservato il nucleo centrale della festa che consiste nella dimensione celebrativa-liturgica e nelle espressioni tipiche dell’amore popolare per Maria Stella del Mare, attraverso le processioni per le strade del quartiere e al mare”.
Insomma la vera festa per Padre Francesco resta quella religiosa, venerdì 8 settembre con la processione e la messa al Villaggio Pescatori, sabato 9 settembre con la processione sino al Monumento al Marinaio alla presenza del vescovo e domenica con l’ultima messa solenne.
“Io non so quanto mancheranno i festeggiamenti civili alle persone del quartiere- prosegue Don Francesco- anzi sono convinto che tutto sommato non avere il chiasso, la confusione per tutto il Casale saranno persino contenti. Intendiamoci non è un panino o una pettola che fa la differenza. Nessuno sta togliendo niente a nessuno alla fine, l’ho detto anche ai commercianti, se il prossimo anno si trovasse un luogo più adeguato per collocare le bancarelle e ci si organizzasse prima non è detto che non si possa fare”.
Le parole di Padre Francesco non sembrano però rincuorare i commercianti che in questo momento, proprio a causa delle direttive della circolare Gabrielli vedono annullare l’ennesimo evento in provincia di Brindisi e quindi un ulteriore danno economico.
“Abbiamo perso ben sei eventi sino ad oggi- dicono gli ambulanti- nessuno si rende conto del danno economico che si fa alla gente. Noi campiamo di questo, le nostre famiglie campano di questo. Qui però si ha l’impressione che non ci sia proprio la volontà di fare le cose. Padre Francesco non ci ha dato alcun margine per trovare una soluzione”.
I commercianti restano così a bocca asciutta, niente bancarella delle noccioline o del torrone caramellato, la tradizionale “copeta”, niente bancarella dello “scascia piatti”, l’ambulante che per vendere le stoviglie le rompe in diretta. Figure tipiche della festa e che oramai la gente si aspetta ma che invece forse vedremo d’ora in poi solo alla Festa di San Teodoro.
“E’ un peccato, tolte le bancarelle, si toglie il gusto della festa- aggiungono i commercianti- cosa rimane alla gente. Ma poi se si dovesse ragionare così allora da nessuna parte ci sarebbero più le feste patronali o di quartiere”.
Il Comune di Brindisi, come ogni anno, ha dato un piccolo contributo alla parrocchia dell’Ave Maris Stella per partecipare alle spese della festa che quest’anno avrà un unico profilo quello religioso. Il denaro, siamo nell’ordine dei tremila, quattromila euro, non è sufficiente per acquistare anche i fuochi d’artificio, per questo motivo non ci saranno neppure quelli. La festa quindi sarà scandita dalle processioni e dalle funzioni liturgiche, magari come dice Padre Francesco, servirà a recuperare il vero valore delle celebrazioni.
Lucia Pezzuto
Bene,con quello che sta succetendo nel mondo, non fare festa non mi sembra idea tanto cattiva.Diamo il contributo ai poveri,agli emarginati……Pe fare festa ci sara’ una prossima volta.
È così deve essere. Recuperare l’importanza del momento celebrativo/liturgico, come lo ha correttamente definito il parroco, è fondamentale. Riscoprire il reale significato anche di questa tipologia eventi ci riavvicina alle nostre radici e tradizioni. E questa è una delle poche “armi” culturali che ci sono rimaste per difenderci dalla barbarie che si fa esplodere e lentamente invade e deturpa la nostra civiltà e la nostra libertà.
Finalmente una persona che dimostra di avere giudizio, la festa , per chi vive in viale duca degli abruzzi é una vera e propria prigionia , un evento organizzato senza alcun rispetto per le persone che ci vivono , che si alzano la mattina presto per andare a lavoro, tre giorni di agonia che finalmente non ci saranno più,per non parlare poi dell’aspetto sicurezza e dei problemi per il semplice uscire e rientrare a casa propria , diventato un problema anche quello. Concordo pienamente con le parole del parroco quando afferma che abbiamo perso di vista le cose essenziali delle funzioni religiose, purtroppo il parroco ancora non sa che brindisi è popolata da persone che fanno di queste mondanate bogotte un arricchimento della propria esistenza, ma quando c’è da manifestare per le cose serie ed importanti tutti chiusi nelle proprie case, perché, diciamola tutta , ignoranza e capronaggine nel nostro piccolo paese( città davvero non si può dire)dilagano su vasta scala….
State rovinando Brindisi, mi fate pena
Spero che il contributo del Comune sia restituito per intero. Visto che non ci sara nessun festegiamento quindi nessuna spesa e spreco di denaro. Tanto al parroco non servono.