BRINDISI – Buona la prima ufficiale di mister Gaetano D’Agostino sulla panchina del Francavilla. La Virtus, infatti, batte l’Imolese nel primo turno della Coppa Italia grazie al 3-1 maturato al Fanuzzi di Brindisi questo pomeriggio, ottenendo così la qualificazione alla prossima fase eliminatoria da disputare al Barbera contro il Palermo in un match prestigiosissimo per la realtà francavillese. Discreta cornice di pubblico sugli spalti (soprattutto considerando le temperature), con la tifoseria organizzata che ha preso possesso della Gradinata incitando la squadra per tutta la durata della partita.
Mister D’Agostino, per la prima ufficiale, schiera un 3-4-1-2 con Albertazzi tra i pali, De Toma, Abruzzese e Prestia in difesa, Pino, Folorunsho, Buono e Turi sulla mediana con Viola, Nzola e Saraniti a comporre il reparto offensivo. Indicazioni importanti quelle ottenute dal tecnico che conferma la difesa a tre, grande costante sotto la gestione Calabro riuscendo però a imporre le sue idee a una squadra dominatrice assoluta del rettangolo verde. Riscontri importanti si hanno anche da Nzola, pezzo pregiato del calciomercato dopo l’eccellente rendimento della scorsa stagione: è proprio l’attaccante franco-angolano ad aprire le danze dopo soli 10 minuti siglando l’1-0 con uno scatto di testa deciso e imponente su ottimo cross di Pino. Per gli altri gol bisogna invece aspettare la ripresa, quando uno splendido uno-due realizzato da Abruzzese e Viola chiude di fatto il match al 22esimo del secondo tempo. L’ingenuità di De Toma che atterra Ferretti in area di rigore concede il penalty che lo stesso Ferretti trasforma nel gol della bandiera che fissa il punteggio sul definitivo 3-1 e che qualifica la Virtus Francavilla al secondo turno.
Può essere soddisfatto D’Agostino, così come tutto l’ambiente biancoazzurro, cosciente però che bisognerà lavorare molto per ripetere le grandi cose viste lo scorso anno. Intanto, i tifosi si possono godere la prima vittoria e l’ombra di una piacevolissima trasferta in uno stadio storico come il Barbera di Palermo.
Antonio Solazzo
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