BRINDISI- Disperato per il dissesto della sua azienda, imprenditore leccese si arrampica sulla torre 8 della Centrale Enel di Cerano minacciando il suicidio. Giuseppe Palma , titolare della ditta Palma Asfalti di Monteroni, già lo scorso 7 marzo era salito su di un traliccio del nastro trasportatore. Questa mattina l’imprenditore ci ha riprovato, sul posto sono intervenuti i carabinieri ed i vigili del fuoco. Dopo una lunga opera di convincimento da parte dei carabinieri Palma è sceso dalla torre. Palma è l’imprenditore che aveva denunciato il presunto giro di tangenti all’interno della Centrale, da quella denuncia era partita l’operazione della Guardia di finanza di Brindisi che poi il 5 maggio scorso ha portato all’arresto di cinque funzionari.
L’imprenditore di Monteroni ha segnalato di aver pagato tangenti per ottenere degli appalti e lavorare per la centrale. Alla stessa si è aggiunta una querela sporta dalla società elettrica, una volta riferite dall’imprenditore le vicende accadute. L’uomo, indagato a piede libero, ha deciso di raccontare tutto dopo che i dirigenti Enel avevano bloccato con la sua ditta ogni rapporto economico, avendogli contestato lavori eseguiti male o alcuni proprio non realizzati. Secondo quanto emerso dall’indagine condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Brindisi a capo del colonnello Tiziana Lagrua, e coordinati dai pm Milto De Nozza e Francesco Carluccio, i cinque dipendenti Enel con le proprie condotte avrebbero favorito l’impresa amica nell’aggiudicazione di diverse gare d’appalto, rivelando i valori da indicare nelle offerte da presentare, attestato falsi stati di avanzamento dei lavori, liquidato fatture per lavori mai eseguiti.La stessa società Enel evidenzia a gennaio scorso aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica avendo notato alcune anomalie nello svolgimento delle gare d’appalto e nell’esecuzione dei lavori. L’azienda aveva peraltro adottato i provvedimenti disciplinari, incluso il licenziamento, nei confronti dei dipendenti per i quali attraverso le verifiche interne erano stati già individuati elementi di responsabilità. Nei confronti dei 5 dipendenti Enel sono stati anche eseguiti sequestri preventivi per 230mila euro. I cinque dirigenti sono accusati di corruzione continuata per atti contrari ai doveri d’ufficio.
BrindisiOggi
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