OSTUNI- Maltrattamenti e stalking ai danni dell’ex moglie, arrestato 47enne. Si tratta di Angelo Polignino, di Ostuni, gli agenti del commissariato della città bianca lo hanno portato in carcere dopo aver aggredito e minacciato di morte l’ex compagna e fatto a botte con il figlio.
I fatti. Il 10 giugno scorso una donna chiama al 113, era agitata e confusa, dice che sta scappando per un litigio che era avvenuto “a casa di POLI”, ma non aggiunge altro.
Nonostante l’esigua e parziale disponibilità di elementi, la donna viene rintracciata da un equipaggio della Squadra Volante. Era sola ed atterrita, a bordo della sua autovettura in piazza Matteotti.
Portata in Commissariato, ha raccontato che nel corso della serata, l’ex marito Angelo Polignino si era introdotto nel suo appartamento e afferrandola con veemenza e forza per le braccia, l’aveva costretta a ritornare assieme e a dividere lo stesso tetto coniugale.
Ma davanti al suo rifiuto l’uomo ha iniziato ad insultarla malamente ed a colpirla. “tu sei mia e non sei di nessun’altro, puoi farmi anche arrestare e portare in carcere, tanto quando esco, ti trovo e ti ammazzo, così non sarai di nessun altro uomo”, le avrebbe riferito anche-
Per difendere la madre è intervenuto il figlio che ha ingaggiava una colluttazione col padre, il quale si è beccato una prognosi di 4 giorni.
Anche la donna è stata costretta a ricorrere alle cure mediche del caso.
I malcapitati sono riusciti a scappare ed hanno trovato riparo in strada, richiedendo l’aiuto della Polizia di Stato.
Mentre la donna era al Commissariato, ha ricevuto diversi sms dall’ex marito che le chiedeva di ritornare da lui. Ma dopo il rifiuto lo stesso Polignino le ha inoltrato un altro messaggio con scritto “ANGELO NON C’E’ PIU’, ANGELO E’ IN CIELO”, spegnendo subito dopo il cellulare.
A questo punto, per scongiurare la commissione di gesti inconsulti ed irreparabili da parte dell’uomo, gli agenti hanno localizzato il telefono cellulare e lo hanno trovato a Villanova nella case dei genitori.
L’uomo riesce a sfuggire al controllo della polizia, ma il giorno dopo contatta lui stesso il commissariato dicendo che si era calmato. L’uomo aveva già il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, mantenendo una distanza non inferiore ai 500 metri dalla predetta, dalla sua abitazione e dal luogo in cui la stessa svolge la sua attivita’ lavorativa, con l’ulteriore prescrizione di non comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo( neppure in formna scritta, a mezzo telefono o dalla rete internet). Ma le prescrizioni non sono servite a nulla.
Sulla base dei riscontri del Commissariato ostunese, la Corte D’Appello di Lecce-Sezione Unica Penale- ha così adottato l’ordine di sostituzione del divieto di avvicinamento con il carcere.
BrindisiOggi
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