BRINDISI – Inesperienza e una salvezza quasi certa sarebbero alla base dell’ involontario rilassamento mentale chiamato in causa da Piero Bucchi come chiave di lettura del vistoso calo di risultati dell’Enel Basket. Non fisico e neanche tecnico, ha specificato “altrimenti non avremmo recuperato a Montegranaro”. “Sono ragazzi e si aveva un altro obiettivo che non era quello dei play off ma la salvezza, forse qualcuno credeva di essere arrivato, di aver fatto la sua stagione, e come accade a un universitario dopo un esame importante si tira un respiro “. La partita contro Avellino,
la prossima, è poco discussa in conferenza stampa infrasettimanale, “ha 5 o 6 giocatori nuovi e un ex di classe Hunter. Sono due punti fondamentali” per capire la strada presa. Ma ci sono argomenti che coinvolgono di più.
Dunque, l’obiettivo come detto e ridetto non erano i play off, ma “Noi tutti li desideriamo anche se non sappiamo se ci riusciremo. Sono un qualcosa in più”.
Non messi in preventivo, neanche lontanamente ad avvio campionato, ma venuti prepotentemente alla ribalta e richiesti dall’ambiente cestistico brindisino non appena si è visto che la squadra aveva le capacità di poterli raggiungere. O almeno sembrava prima delle ultime sconfitte che hanno caratterizzato il girone di ritorno. “Sono comunque dei giovani e non sono abituati a “stare sul pezzo” e hanno difficoltà a stare concentrati durante tutto il campionato. Siamo nelle mani di ragazzi volenterosi ma inesperti”. E conferma che si è parlato con i procuratori di alcuni di loro per chiedere impegno. “La scusante di Gibson – entra nello specifico – è aver fatto una annata per intero, 14 mesi. Può essere stanco ma sta cercando di fare il salto di qualità. Reynolds deve rimanere qua altri due mesi e pertanto deve resettare. Tutte cose non scontate. Personalmente sono molto diversi, professionalmente si stimano e c’è fra loro rivalità e competizione sana”.
Bucchi concede una divagazione sul rapporto con la stampa a suo avviso poco indulgente quando si perde ma puntigliosa pur quando si vince. “Non capisco questo perché visto quanto si è fatto in questi due anni. Potevo capire a Milano lì si alzava lo sguardo e si vedevano i risultati ottenuti negli anni appesi al soffitto e se pretendevano che tenessi alto il tiro in linea con i trascorsi successi ottenuti ci stava, a Napoli consapevoli di essere andati oltre le aspettative spingevano anche quando andava male. Dai giornalisti brindisini mi aspetto coinvolgimento emotivo perché la squadra è un bene della città e va difesa anche alla luce di possibili nuovi sponsor”.
Carmen Vesco
Commenta per primo