BRINDISI- A 20 anni dalla tragedia, il Comitato “Migranti e Mediterraneo” Brindisi ricorda le vittime della Kater I Rades. Martedi’ 28 marzo 2017, alle 16.30., presso il lungomare antistante i giardinetti del porto di Brindisi. 20 anni sono trascorsi dallo speronamento della barchetta albanese Kater I Rades nel Canale d’Otranto da parte di corvetta Sibilla , il 28 marzo del 1997, durante una operazione di “respingimento di profughi”, con la classe politica italiana in piena tornata elettorale , dove faceva da padrona una campagna razzista e di terrorismo mediatico che dipingeva i profughi albanesi come la peggior specie dell’Umanità.
Il Governo Prodi di allora dichiarò guerra alle barchette albanesi prendendo la decisione del blocco navale bellico ,che dopo diversi assalti e respingimenti si concluse con quello che venne poi definito un “incidente non voluto”
In quell’occasione a pagare con la vita, l’accaparramento di un pugno di voti , furono un centinaio tra donne e bambini, anche in tenera età, colati a picco a centinaia di metri di profondità.Allora, un’ondata di sdegno percorse l’Europa per quanto accaduto e ci illudemmo che essa volesse rimediare praticando nei confronti di profughi e migranti l’accoglienza e la carità cristiana.
“Purtroppo, a vent’anni di distanza,altre guerre e calamità hanno colpito altri paesi determinando flussi di profughi e migranti in direzione del nostro continente. Guerre e calamità spesso volute e sostenute dalle cosiddette potenze mondiali che ricalcano politiche coloniali di altri tempi. A tutto ciò la classe politica Europea ha risposto con misure inadeguate e volte più a rassicurare l’opinione pubblica di ogni singolo Paese che negli interessi della salvaguardia dei diritti umani dei migranti- dice il Comitato- Le orrendi stragi perpetrate in Mezza Europa , che condanniamo decisamente, sono inserite nel quadro di chi vuole importare nelle nostre città il clima della guerra civile a cui conseguono limitazioni dei diritti e il covare l’odio con chi è ritenuto diverso per il colore della pelle, della lingua, della religione, della condizione economica”.
“Per dire no alle guerre, al razzismo e alla xenofobia montante nell’Europa in crisi di identità e colpita dal terrorismo stragista ci ritroveremo questo Venerdì Santo a Brindisi, a lanciare in mare i fiori, come ogni anno in segno di riconciliazione e amore nei confronti di tutti coloro che soffrono, che sono costretti a fuggire e lasciare la terra natìa, le loro case, i loro cari, a causa della follia della guerra, della rapina dei loro territori, dallo sfruttamento, la fame, la paura per la propria vita e dei figli- concludono- Come antirazzisti e pacifisti brindisini riteniamo importante testimoniare il ruolo della nostra città come luogo di incontro, accoglienza, confronto e dialogo con i popoli che vivono sulle sponde del mare che ci bagna e ci unisce tutti”.
BrindisiOggi
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