BARI- Lo chiamano piano di conversione degli ospedali di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano, questo è stato presentato ieri ai sindaci dei paesi interessati dal presidente, assessore alla Sanità, Michele Emiliano.
La soppressione dei vecchi ospedali, 3 per la provincia di Brindisi, che è la più penalizzata è la conseguenza di una scelta regionale alla luce delle leggi nazionali e dei decreti ministeriali che hanno imposto stringenti vincoli e standard all’offerta sanitaria.
I finanziamenti complessivi per le riconversioni sono pari a 8 milioni di euro per l’ospedale di Fasano, 8 milioni di euro per l’ospedale di Mesagne e 14 milioni e 800 mila euro per l’ospedale di San Pietro Vernotico.
“Una cifra consistente e di rilievo, ed un progetto molto ambizioso che mira a riqualificare la nostra struttura- afferma Maurizio Renna, sindaco di San Pietro Vernotico- Il mio impegno ed i miei sforzi, insieme a quelli del consigliere Romano, sono stati difatti indirizzati a far rinascere l’ospedale, affinchè possa riacquistare una considerevole funzionalità e diventare polo di riferimento per determinate patologie, con tutti gli introiti ed i vantaggi che deriverebbero su tutti i fronti. Sulla base delle nostre pressanti richieste, rivolte direttamente al Presidente Emiliano e al Direttore generale ASL Pasqualone, abbiamo quindi ottenuto il risultato di “riempire” il Ninetto Melli, offrendo occasioni di cura per le persone e di lavoro per il paese.”
Il sindaco fa sapere che verranno mantenuti inalterati i servizi ambulatoriali già presenti, completati da tutte le prestazioni previste da un poliambulatorio di secondo livello.
Una decisione che ha visto l’opposizione di molti cittadini con i quali si sono schierati anche i sindacti Cgil, Cisl e Uil. La chiusura di un ospedale che si trova a metà strada tra Brindisi e Lecce e che raccoglie un gran bacino di utenza proprio non va giù, neanche agli stessi medici che ipotizzano una maggiore congestione dell’ospedale Perrino che già dovrà raccogliere anche Mesagne.
Soddisfatto invece il primo cittadino. “Significa che Il Ninetto Melli diventerà ospedale di comunità- afferma ancora- per garantire efficienza e continuità d’assistenza infatti, verrà installato un reparto (gestito dai medici di base) che prenderà in cura i malati cronici, i quali esigono maggiore attenzione nella gestione terapeutica. Significa ancora che, oltre al reparto psichiatrico (area salute mentale, Niat, Crap, Rems) , l’offerta complessiva comprenderà anche una ricca e variegata area riabilitativa, che vedrà la presenza di nuovi reparti finalizzati a trattare le “nuove patologie” (purtroppo in forte crescita), quali SLA, Alzheimer e malattie neurodegenerative proprie della demenza senile. Ci sarà inoltre un apposito reparto per la lungodegenza territoriale, ed ancora la riabilitazione cardiorespiratoria (in seguito a ricoveri in cardiologia o pneumologia).Un’ampia gamma di reparti riabilitativi che si rivolgeranno a tutta l’area regionale: in altri termini il Ninetto Melli sarà polo di riferimento della riabilitazione.”
Il sindaco, non fa nome e cognome, ma è chiaro che il suo attacco è all’onorevole Elisa Mariano, che in questi mesi si opposta alla chiusura dell’ospedale. “Questo è il progetto- dice- al quale abbiamo lavorato con serietà in questi mesi, lasciando pure che altri soggetti vestissero a parole, a loro strumentale piacimento, i panni di paladini dell’ospedale.
Abbiamo preferito lasciare loro questo spazio, quello della parola come strumento solo di polemica, di protesta e mai di proposta. La nostra attenzione si rivolge invece ai cittadini: ci teniamo, come sempre, a guardarli in faccia per presentare loro le nostre idee ed i nostri progetti. Per questo motivo, da qualche giorno, abbiamo inaugurato una serie di incontri con le associazioni, i sindacati, le forze sociali e i rappresentanti del territorio, per confrontarci sulla San Pietro che vogliamo e che intendiamo realizzare e per discutere delle prospettive emergenti che dovremo essere pronti a saper sfruttare e valorizzare. Allo stesso modo torneremo nei quartieri e nei rioni, per mantenere sempre vivo un canale di dialogo produttivo con i cittadini. Perchè sono loro i nostri interlocutori privilegiati. E perché di fronte alle difficoltà ci sono diversi modi di reagire: c’è chi decide di soprassedere, senza offrire alternative, magari solo additando altri rappresentanti istituzionali ed inquinando il clima del paese. C’è chi invece prende in carico le situazioni e si ostina con caparbietà ad offrire rimedi e soluzioni concrete, magari in silenzio, senza avvertire la necessità di autocelebrarsi, preferendo gli occhi dei cittadini ai comunicati infuocati e velenosi sulle pagine dei social network.”
BrindisiOggi
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