BRINDISI- Il direttore della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone interviene dopo le polemiche degli ultimi giorni sul nuovo piano ospedaliero e in particolar modi sul futuro degli ospedali di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano che saranno riconvertiti. Riceviamo e pubblichiamo integralmente le precisazioni del numero uno dell’Asl di Brindisi.
“La ASL di Brindisi ritiene di dover fornire alcune precisazioni in ordine alle reali caratteristiche dei progetti di riconversione degli Ospedali di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano ed alla loro contestualizzazione in ambito aziendale e regionale.
Tale precisazione si ritiene doverosa al solo fine di garantire una completa e corretta informazione dei cittadini.
Intanto riteniamo di precisare, con assoluto convincimento, che non si tratta di uno “stravolgimento” della funzione che le predette strutture ospedaliere hanno avuto negli anni passati, se per essa si intende quella di servizio alla salute della persona senza differenza di razza, di convinzione religiosa, di condizione sociale e di… patologia. Riteniamo, invece, che si tratti di una reale evoluzione dell’offerta assistenziale più aderente ai mutati bisogni di salute della popolazione.
Non dimentichiamo il lungo e complesso percorso che ha visto protagonista la Regione Puglia nella definizione del Piano di riordino della rete ospedaliera: un percorso culminato, anche attraverso il confronto con le Parti Sociali, in atti ufficiali noti a tutti ormai da qualche mese.
Quegli atti regionali hanno previsto, tra l’altro, la trasformazione degli Ospedali di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano in Presidi Territoriali di Assistenza.
Stessa sorte è toccata ad altri ospedali della Regione Puglia; è ben noto a tutti che, a seguito degli interventi di riordino della rete ospedaliera della Puglia che si sono susseguiti negli ultimi anni, nella sola ASL di Brindisi è oggi prevista la presenza di ben cinque PTA (San Pietro Vernotico, Mesagne, Ceglie Messapica, Fasano, Cisternino).
Il Regolamento regionale di riordino della rete ospedaliera ha previsto anche gli standard organizzativi essenziali dei PTA: uguali per tutti, dal Gargano a Santa Maria di Leuca.
La risposta alla domanda di salute della popolazione di Brindisi e della Puglia intera, non viene e non può venire da un solo Ospedale, o da un solo PTA: la risposta è di sistema e tale risposta non può che essere nella direzione di garantire la sicurezza per utenti e operatori e l’appropriatezza delle prestazioni. Il mezzo per raggiungere tali fini è solo quello della razionalizzazione (riqualificazione, per meglio dire) delle risorse impiegate.
Dunque, niente di sconsiderato, poiché così sarebbe stato, invece, se si fosse voluto propinare ad ogni Città, già sede di un Ospedale, il miraggio di un’autosufficienza, in materia sanitaria che, francamente, non è di questi tempi e, soprattutto, non è sicuro ed appropriato.
Il di più, eventuale, rispetto agli standard organizzativi essenziali individuati in sede regionale (già significativi al punto da non poter essere derubricati a “chiusure”), sta all’inventiva del livello aziendale, alla capacità di intercettare priorità regionali e comunitarie, ai frutti della concertazione da dispiegare in sede di attuazione di quei modelli elaborati (e condivisi) in sede regionale, alla capacità “negoziale” dei territori che, meglio di chiunque, sanno interpretare i bisogni delle rispettive comunità di riferimento ed individuare le migliori soluzioni possibili (talvolta indicando anche la via dell’interaziendalità, oltre i perimetri amministrativi intrinsechi del Servizio Sanitario Regionale).
Per i PTA di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano si è stati capaci di sviluppare, oltre gli standard organizzativi essenziali, una progettualità più ampia che ha già trovato fondamentale condivisione in sede regionale e che, ragionevolmente, potrà trovare attuazione solo attraverso la convergenza di risorse pubbliche e private nell’ambito di una sperimentazione gestionale improntata alla vigente normativa.
Per i PTA di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano non si è cercata solo la contestualizzazione (quale “nodo” in una “rete” regionale di risposta al bisogno di cura espresso dai cittadini) ma si è voluto ridisegnare un’identità affinché la storia, la tradizione, l’importanza di ciascun Presidio (anche sotto il profilo della potenzialità occupazionale) fossero salvaguardate e valorizzate.
Ci si è riusciti? Se qualche “sbavatura”, nella definizione dei progetti, c’è, si potrà ovviamente porvi rimedio, anche per il rispetto dovuto a Professionisti, Parti Sociali, Politica e, soprattutto, Cittadini.
Lavoriamo insieme allora, nessuno si senta esonerato dall’offrire il suo contributo, perché non si è che all’inizio di un cammino, per realizzare ciò che più serve ai cittadini, nella consapevolezza che ciò che si farà a San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano non sarà solo per i sampietrani, i mesagnesi e i fasanesi, così come ciò che si realizzerà altrove sarà anche per i sampietrani, i mesagnesi e i fasanesi.”
BrindisiOggi
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