BRINDISI- La Provincia lancia l’allarme e parla di fallimento, ma gli operai della Santa Teresa sperano ancora. Questa mattina hanno chiesto attraverso il sindacato dei Cobas l’avvio al lavoro, anche se con orario ridotto ad una media di 15 ore fino al 30 Aprile. Il resto delle ore che mancano verrà coperto da cassa integrazione.
La risposta è stata finalmente positiva con la conferma del rientro a lavoro dei 120 dipendenti per lunedì 20 marzo.
“Si conclude così con l’avvio al lavoro il percorso previsto dagli accordi sottoscritti a Bari in sede di task force occupazionale , dopo le opportune correzioni che avevano fatto temere per la concessione della cassa integrazione in deroga della durata per tutto l’anno 2017- dice il sindacato dei Cobas- La Santa Teresa ha anche concesso nella giornata di ieri un acconto sul contratto di solidarietà realizzato l’anno scorso che andava da febbraio a giugno , accordo per il quale non era ancora arrivato un euro dall’Inps”.
Adesso si aspetta la decisone del Governo di finanziare, anche se con numerosi tagli apportati negli anni , le attività fondamentali delle province in modo particolare viabilità ed edilizia scolastica.
La UPI(associazione province italiane ) ha intanto rinviato la protesta prevista per il 22 Marzo sotto il Quirinale di tutti i presidenti delle province perché il Governo dovrebbe finalmente varare il decreto dei finanziamenti per le province entro la prossima settimana.
“Ma anche con questi finanziamenti statali non arriviamo al completo salvataggio di tutti e 120 i dipendenti della Santa Teresa- sottolinea Bobo Aprile- Come abbiamo sempre affermato la Regione Puglia deve affidare del lavoro alla Provincia di Brindisi, attraverso la realizzazione di progetti seri , credibili , utili alla collettività. Questi progetti potrebbero essere affidati per il loro svolgimento alla Santa Teresa. Solo a fronte di progetti da realizzare si può sviluppare pienamente l’impegno della Regione a concedere corsi di formazione professionale”.
BrindisiOggi
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