BRINDISI- Dopo il negativo risultato delle elezioni politiche del centrosinistra, il movimento politico culturale del consigliere regionale Giovanni Brigante , Sviluppo e Lavoro lancia l’appello ai partiti e movimenti di centrosinistra.
Dopo quattro anni, Brigante torna a dialogare con il Pd, partito che aveva abbandonato dopo le primarie per il candidato sindaco di Brindisi. Non lo fa direttamente, ci pensa la coordinatrice del suo movimento, Claudia Zezza che invia una lettera aperta ai segretari del Pd, al segretario di Sel, a Roberto Fusco di Si Democrazia, a Brindisi Bene Comune e anche a Left il movimento politico costola del Pd vicino a Carmine Dipietrangelo.
“Nei giorni passati si sono avvicendati interventi da parte di esponenti dei partiti e dei movimenti della sinistra- scrive Zezza nella lettera- Riflessioni interessanti, analisi spesso impietose che , al di là delle diverse posizioni, hanno tutte un comune denominatore, cioè quello di voler superare l’attuale divisione e contrapposizione sterile.
E’ comune in tutti la consapevolezza di aver sbagliato nel pensare che rincorrere il centro moderato fosse la strategia per vincere e ci si è accorti al contrario che si è finiti per essere semplicemente subalterni al pensiero e ai metodi nostalgici della prima repubblica, per altro peggiorati dalla spregiudicata arroganza degli uomini della seconda repubblica”.
Sviluppo e lavoro chiede di incontrarsi e parlare senza pregiudizi né rancori nel comune intento di andare incontro al cambiamento. “Lanciamo quindi un appello ai partiti, alle associazioni, ai movimenti e ai singoli che- continua Zezza- preso atto del fallimento di vecchie e superate strategie e tatticismi, vogliano prefigurare nuovi orizzonti e coraggiose soluzioni da perseguire con impegno, passione e trasparenza. A tal fine invitiamo tutti coloro che condividono questa esigenza di confronto a sottoscrivere questo appello , dichiarando la propria disponibilità ad incontrarsi quanto prima in tempi e luoghi da concordare”.
Insomma Brigante pensa ad un grande centrosinistra, meno centro e più sinistra, le divisioni non sono servite a nulla. E d’altronde nel Pd è tempo di cambiamento, si attendono novità dalla segreteria nazionale per lo svolgimento dei congressi. Lo stesso dovrebbe accadere in casa di Sel, che a Brindisi non ha mai avuto una guida stabile.
Insomma la valanga di voti, presi anche a Brindisi dal movimento di Beppe Grillo, ha portato tutti alla riflessione. Una cosa è certa gli elettori non vogliono più schemi del passato, e anche questa unione, se mai ci sarà, potrà funzionare, solo se ci sarà vero cambiamento. E qui che i vecchi politici di questa città dovranno mostrare di essere diventati maturi.
Lucia Portolano
A questo rimpastone solo i baccalà possono crederci! Giovanni Brigante, che fa cassa da una vita grazie alla sua impresa metalmeccanica, vicinissima alle industrie brindisine, che chiama al suo fianco gli ambientalisti????? Qui rasentiamo la follia..! Sveglia gente!!!!!!!!! O credete ancora a Babbo Natale???
E’ ora di ripensare all’unita di tutti gli uomini di buona volonta’, che sappiano superare personalismi , che sappiano intendere la politica al servizio dei cittadini, che sappiano portare idee e valori, che sappiano pensare che gli altri possono portare valore e non sentirli ostili. Insomma l’unita ci sara’ solo se si sapra’ discutere partendo dal mettersi in gioco , eliminando gli ismi e lasciando il campo alle idee, decisione e volonta’.
Troppi interessi intorno ai partiti di dx, di sx e di centro.Oggi più che mai essendo disinistra sento il dovere dopo 43 anni di partecipazione al voto di dire: La sinistra ha avuto poche volte la possibilità di raggiungere l’obiettivo di vincere le elezioni Comunali,Regionali e Nazionali e ogni volta non è riuscita a tenere le redini in mano e portare a termine le legislature.Come mai? Non siamo all’altezza degli impegni presi con l’elettorato? Non siamo più tutti di sinistra o nella sinistra ci si riconosce solo per prendere una poltrona? Oggi più che mai,noto, che i singoli rappresentanti dopo essersi creato il proprio orticello cerca di coltivarlo piantando quello che più gli fa comodo e raccogliere i frutti ogni volta che si ritorna a votare.Della popolazione non se ne frega più nessuno,infatti si cerca di guardare i propri interessi e quelli della propria famiglia.Inoltre traspare chiaro che appena non si riesce ad avere ragione in un partito si cerca la via della costituzione di un’altro,questo,per essere sicuri di non essere buttati fuori dalla mischia alle prossime elezioni.Il popolo si è accorto di questo raggiro e si è disaffezionato ai partiti, alla politica e a quello che lo circonda.