BRINDISI- La biblioteca provinciale ad un mese e mezzo dall’incendio resta chiusa ed intanto non è più competenza della Provincia ma della Regione Puglia.
La biblioteca provinciale di Brindisi cancellata dalle competenze della Provincia resta chiusa e i dipendenti non sanno chi e quando si occuperà di rimettere in sicurezza l’edificio e ripristinare il servizio.
Dal 31 dicembre la biblioteca provinciale di Brindisi, infatti, non rientra più nelle competenze della Provincia bensì in quelle della Regione Puglia.
“Restiamo sospesi in un limbo, senza sapere che fine faremo” si sfoga la responsabile della biblioteca, Evy Galiano. “Dal primo agosto 2016 siamo dipendenti della Regione Puglia ma la gestione della struttura sino al 31 dicembre è rimasta nelle mani della Provincia. Dopo l’incendio tutto si è fermato, la struttura è stata chiusa e nessuno si è più fatto vedere”.
I vigili del fuoco dopo l’incendio del 23 novembre hanno prodotto una relazione nella quale sono contenuti tutti gli interventi necessari per ripristinare la sicurezza della struttura, ma di fatto chi debba intervenire non si sa.
“E’ la Regione che se ne deve occupare” dice il presidente della Provincia, Maurizio Bruno. “La Regione ha voluto le competenze ed ora se ne devono occupare loro. Noi abbiamo garantito la gestione e la manutenzione sino al 31 dicembre ed ora chiederemo il rimborso della spese. Ma per il resto non possiamo fare altro”.
Nel frattempo, in attesa che si chiariscano i ruoli e qualcuno intervenga, gli studenti sono costretti a recarsi presso la biblioteca arcivescovile De Leo, dove gli ambienti sono più piccoli, e dove scarseggiano i volumi a carattere tecnico e scientifico. Un disagio sia per i ragazzi che riprendono le lezioni a scuola lunedì, sia per gli studenti universitari che erano tornati a casa in questo periodo di vacanze, questa città non solo è in grado di offrire un’università ma neppure un luogo per studiare.
I dipendenti della biblioteca così aspettano e continuano a recarsi quotidianamente in questi uffici fantasma e fanno i conti anche con il freddo. Nessuno infatti si è preoccupato di fornire il gasolio necessario per attivare l’impianto di riscaldamento e si arrangiano come possono.
“Siamo al gelo, ma continuiamo a venire a lavoro” dice Evy Galiano. “Restiamo con i cappotti e i cappelli. Qualcuno si è organizzato e si porta persino la borsa dell’acqua calda da casa. E’ una situazione assurda”.
Lu.Pez.
Commenta per primo