INTERVENTO/ Il 2016 volge al termine; pur avendo registrato positività importanti per i territori di Taranto e Brindisi il trend negativo purtroppo delle crisi settoriali non è diminuito, determinando non poche preoccupazioni sul versante occupazionale, confermato dai dati della disoccupazione e specie nella fascia giovanile di oltre il 60 %.
Pertanto la questione occupazionale giovanile, così come la questione povertà e l’instabilità sociale saranno i primi problemi che il Governo Nazionale dovrà affrontare se vorremo un futuro speranzoso.
Il segnale tangibile del disagio sociale e, apunto, giovanile, come ormai analizzato e dibattuto dai tanti opinionisti, è giunto anche dal voto del 4 dicembre scorso.
Tutto ciò ci pone di fronte ad una riflessione attenta, considerato che i giovani, sia a livello nazionale che territoriale sono il futuro ma oggi sono la parte della società più penalizzata per assenza di efficaci politiche mirate, che possano realmente inserirli nel mondo del lavoro e garantire loro un futuro in vista del quale poter programmare una vita serena. A conferma di ciò riscontriamo che l’Italia, relativamente alla fascia di età 15/24 anni, occupa l’ultimo posto (come paese Ocse su 34 analizzati) per livello di occupazione, formazione professionale e scolarizzazione.
Territorialmente si può uscire da questa condizione a patto di saper mettere in rete idee, energie e proposte, con la politica e le istituzioni, in modo da recuperare i ritardi accumulati per la persistente assenza di dialogo sociale, attrezzandosi per accogliere nuove opportunità economiche e finanziarie che potrebbero presentarsi sullo scenario territoriale, regionale, nazionale e comunitario; facendo in modo, soprattutto, di attrarre investimenti e nuove occasioni di lavoro.
Non intravediamo altre soluzioni.
Sindacalmente ci rendiamo conto che è una sfida grande; come appare chiaro difficilmente ci sarà qualcuno che potrà vincerla da solo, meno che mai se si illude di poterlo fare a nome di tutti.
Di conseguenza, a nostro avviso rimane strategico e decisivo, lo “stare” e il “fare” insieme, con un linguaggio unico e propositivo tra tutti i soggetti presenti su ogni territorio, dove ognuno è chiamato a dare il proprio concreto contributo.
Sosteniamo da tempo che occorre affrontare in modo definitivo e condiviso le difficoltà della crisi persistente, come le questioni energetiche, le questioni ambientali, le questioni infrastrutturali, il presente e il futuro industria con le bonifiche, così come l’accelerazione dei bandi e degli interventi da finanziare con il Fondo sviluppo e coesione, la sanità che per noi continua a significare anzitutto problematicità legate al piano di riordino ospedaliero, dove di fatto manca una medicina territoriale efficiente ed efficace.
Ma rivendichiamo, al contempo, un’azione istituzionale forte, condivisa, di indirizzo per un progresso scientifico e tecnologico diffuso, per una diversa distribuzione della ricchezza prodotta in Puglia e sulle nostre province, continuando a rivendicare gli investimenti e la responsabilità sociale dei grandi gruppi industriali che operano sul territorio in modo da poterne rilanciare i vari settori economici, sociali, culturali, il sistema Universitario, ecc.
Abbiamo necessità, infatti, di interrompere al più presto l’avanzare di una crisi che continua a consegnare solo preoccupazioni e a far regredire i redditi delle famiglie, a ridurre i livelli di qualità della vita, allontanando i cittadini dalle istituzioni, in quanto tutto ciò potrebbe tramutare il territorio in terreno fertile per la corruzione, il lavoro sommerso, l’evasione fiscale, lo sfruttamento e l’illegalità.
La crisi può, dunque, essere superata solo con un grande sforzo congiunto di partecipazione, di corresponsabilità, di equità, di legalità, di solidarietà sociale, così da ribaltare finalmente le diverse classifiche che vedono le nostre città sempre agli ultimi posti in termini di vivibilità e qualità della vita.
A fine 2016, vogliamo immaginare il nuovo anno come un grande mosaico da completare, dove tutti i settori produttivi, agricoltura, commercio, turismo, edilizia, industria, chimica, cultura, scuola, trasporti, la stessa pubblica amministrazione più efficiente, ecc, costituiscano tessere di un grande puzzle dove tutti devono risultare un pezzo, un tassello fondamentale, per uno sviluppo vero e sostenibile dell’intero territorio.
Vogliamo che il 2017 sia l’anno del fare, dell’agire comune e della responsabilità.
Ciò sarà possibile, però, se tutte le componenti politiche, istituzionali, imprenditoriali, associative, culturali recupereranno immediatamente il senso del noi, del bene comune, ovvero la dimensione propria di un’azione partecipativa, concertativa ed inclusiva.
Antonio Castellucci
Segretario generale Cisl
“…..e la responsabilità sociale dei grandi gruppi industriali che operano sul territorio….”. Davvero? In Italia hanno la responsabilità sociale? Non lo sapevo…….