I No al carbone contro l’inceneritore di rifiuti industriali

BRINDISI– I No al carbone avviano una campagna di sensibilizzazione ed informazione contro l’intenzione del Consorzio ASI (partecipato dal Comune di Brindisi) di affidare la Piattaforma Polifunzionale alla multinazionale Termomeccanica spa per la riattivazione di un termodistruttore di rifiuti industriali speciali pericolosi. Non solo il movimento ha intenzione anche di ostacolare l’ampliamento della discarica di rifiuti pericolosi nella zona industriale di Brindisi.

“ Si vorrebbe aggiungere a Brindisi un inceneritore che brucerebbe 35.000 tonnellate all’anno, 100 tonnellate al giorno, di rifiuti speciali, tossici e nocivi. Il 30% del totale bruciato saranno ceneri altamente nocive che verranno stoccate in una nuova discarica.- dicono- Letteralmente una follia se non fosse che dietro a questi progetti si nascondono unicamente gli interessi per gli ingenti guadagni del business dei rifiuti”.

Gli studi dimostrano, riferiscono i No al carbone,  che un inceneritore è uguale a genocidio.  “Attualmente infatti, nessun sistema di filtraggio  oggi disponibile sul mercato è in grado di trattenere le micro e nanoparticelle di metalli pesanti altamente tossici e nocivi, : è questa, insieme all’emissione di diossine ed ipa, uno dei il principali problemi di qualunque inceneritore, ed allo stesso tempo la causa di un inquinamento “sconosciuto” in quanto non misurabile nè rilevabile dalle normali centraline di controllo della qualità dell’aria”.

Alla luce di tutto questo parte così la battaglia promossa dal movimento brindisino che si prefigge di “bloccare questa stagione dei veleni”.
Questa settimana inizierà una campagna di informazione capillare nei quartieri partendo proprio da quelli situati a poche centinaia di metri dall’inceneritore e dalla discarica e cioè  San Pietro 1 e 2, San Paolo e Perrino. Saranno affissi dei manifesti 6×3 in città e contemporaneamente partirà una campagna mediatica sul web attraverso il blog e la diffusione di prodotti audiovisivi.

BrindisiOggi

2 Commenti

  1. Io trovo invece che questa sia l’ ennesima pagliacciata messa in scena dagli adepti del sig. Rossi di BCC. Come da loro tradizione gli slogan fuorvianti li sanno scegliere bene per far colpo sui meno informati! Peccato che raccontano solo il 50% della verità.. Come si può essere tanto stupidi da credere che l’ inquinamento a Brindisi possa dipendere da un impianto che ha lavorato poco (e bene) rispetto ai colossi che conosciamo tutti, e che non ha lasciato traccia di inquinamento (questo è quello che dicono i numeri, il Termovalorizzatore ha operato nel pieno rispetto dei limiti di legge, si vadano a vedere i numeri degli altri stabilimenti invece). Mi dispiace solo constatare che a questi signori del destino del comparto industriale di Brindisi e di migliaia di persone che dall’ industria trae sostentamento, non gliene frega un fico secco! Sappiano questi pseudo-ambientalisti (ambientalisti fasulli sarebbe più calzante) che un impianto di trattamento di rifiuti industriali è una soluzione giusta per chiudere un ideale “ciclo di rifiuti industriali” dell industria di Brindisi e Provincia. L’ idea di avere uno SMALTIMENTO A LEGGE E A COSTO IRRISORIO per le aziende del nostro comparto sarebbe un incentivo notevole per diminuire i costi di tali aziende che mandano i loro scarti lontano dall’ Italia. Tra l’ altro permetterebbe l’ entrata in funzione della fogna industriale, altro fattore di costo per le aziende del posto (che ricorrono ancora alla vecchia autobotte per smaltire i propri reflui). Conclusione: agevolazioni fortissime per le aziende dell’ industria di Brindisi (che danno lavoro a migliaia di concittadini), non più discariche abusive in campagne della nostra zona, non più traffico illecito di rifiuti dietro il quale si nasconde la camorra; il tutto nella certezza che l’ impianto in questione negli otto anni di funzionamento ha operato nel pieno rispetto dei parametri ambientali, sia come emissioni a camino sia come assenza di inquinanti rinvenuti nei terreni adiacenti l’ impianto (indagini del Ministero per le bonifiche)! Sarebbe costruttivo e stimolante se con questi rappresentanti del No a tutto si potrebbe costruire un confronto sull utilità indiscussa della Piattaforma, ma i risultati sarebbero scadenti, perchè chi conosce il nulla può diffondere solo il nulla! Ultima cosa: si sono schierati a favore della chiusura della centrale Edipower senza pensare alla sorte di chi onestamente ci lavora (hanno dichiarato che sia Enel ad assumerli, una trovata degna del miglior Zelig!), ora sparano a zero su un impianto già esistente e senza nemmeno citare mezza volta i 30 lavoratori del termovalorizzatore, che da 4 anni aspettano di poter tornare a lavoro! Senza contare che i lavori di ristrutturazione dell impianto darebbero lavoro a un centinaio di persone nei primi 3 anni! E senza contare che la tecnologia si evolve giornalmente e i moderni sistemi di depurazione hanno un efficacia pressochè ottimale. Forse se avessero trattato la questione meno superficialmente, avrebbero riscosso più interesse.

  2. UUUUhhhhhhh I no al carbone che protestano contro qualcosa di diverso da Enel. Se non lo stessi leggendo con i miei occhi non ci crederei. Spero sia la vera sveglia perchè in questi anni hanno costruito il loro consenso sugli attacchi a Enel lasciando perdere l’impianto a biomasse indonesiane della SFIR in pieno centro, le discariche abusive, le altre centrali termoelettriche, il fotovoltaico truffa che ha aggirato le leggi regionali. Nel frattempo però fari puntati su chi metteva i soldi per le ambientalizzazioni. E poi uno si chiede perché si vota il M5S e non questi rappresentanti della solita politica. E si perchè questi signori si sono fatti il loro partito.
    Senza polemica mi auguro davvero che questi ragazzi stiano aprendo gli occhi e che smettano di farsi strumentalizzare dai volponi di turno.

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